In queste ore dopo le proteste contro le campagne ideologiche e pubblicitarie che infangano la città di Napoli e il buon nome dei suoi cittadini, il Comitato Stampa del Movimento Neoborbonico rilancia con una petizione, per certi versi assurda per altri paradossale e tuttavia comprensibile, depositata presso la Giunta Comunale di Napoli per l’istituzione di una tassa sull’immagine radio, stampa e video, per chi fosse interessato a elaborare scoop, veri o presunti, dichiarazioni che potrebbero o possono ledere la reputazione della cittadinanza.
Come recita il comunicato e alcuni passaggi della petizione: “mai come in questi mesi, infatti, Napoli è stata al centro delle cronache nazionali con la puntuale divulgazione di luoghi comuni, immagini stereotipate e generalizzazioni superficiali per episodi di cronaca spesso gravi ma che non hanno mai ricevuto e non ricevono le stesse attenzioni nelle altre città italiane. Pur augurandoci pene severe per chi le merita, lo slogan “è colpa di Napoli” è diffuso anche quando non ci sarebbe alcuna motivazione logica e legale per utilizzarlo: al contrario di quanto accade altrove (magari con assassini di bambine, di intere famiglie o violenze da stadio), solo quando si tratta di Napoli e provincia (oltre 3 milioni di abitanti) nei salottini televisivi o nei talk di turno non si utilizzano gli psicologi ma i sociologi.
Nel consueto e colpevole silenzio di politici e intellettuali locali e nazionali, il fenomeno dilagante procura oggettivamente danni consistenti all’immagine della città e, nello stesso tempo, alle tv in termini di palinsesti, ascolti e di ricavi pubblicitari. Per questo motivo, se esiste la tassa per i turisti, il Movimento Neoborbonico ha ipotizzato, a parziale compensazione, una tassa per le telecamere che vogliono utilizzare l’ex capitale e i suoi abitanti a fini televisivi. Possibili sconti nel caso in cui i servizi televisivi mettano in evidenza eccellenze locali e notizie di segno positivo sistematicamente ignorate dai media: il contributo versato dalle televisioni potrebbe essere utilizzato per finanziare attività sociali, culturali e sportive presso le parrocchie dei quartieri periferici di Napoli”.
Quali saranno le reazioni in Giunta comunale? Quali le iniziative per dibattere su questo osceno parossismo dei media, su queste controverse campagne pubblicitarie, che in qualche modo fondano spropositati introiti economici sulle visualizzazioni e l’audience a cavallo di ciò che è stato ribattezzato con il nome di “SputtaNapoli”?
Non si può non sottolineare l’assurdità della proposta dei neoborbonici, ma certa rimane la provocazione intelligente e l’assunzione del dato di fatto secondo cui dietro queste campagne si reggono ingenti interessi economici e ideologici a danno della città. Quali misure esistono o potrebbero essere a salvaguardia dell’immagine nel mondo della città di Partenope?