Con un nostro terzo appuntamento rinnoviamo l’importante diffusione del nuovo Rapporto della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) sulla qualità e la diffusione del fenomeno mafioso all’interno del nostro territorio. Oggi questo articolo è dedicato alla Camorra della Provincia di Caserta, conoscenza senza la quale è impossibile comprendere gli snodi molteplici della criminalità organizzata a Napoli e nella sua provincia.
In seguito alle attività investigative e giudiziarie che hanno colpito duramente il contesto in questione, i gruppi criminali locali hanno deciso di spartirsi il territorio e le attività economiche in modo pacifico e senza attirare troppa attenzione. Confermato, ancora una volta, il cartello del più grande gruppo casertano, quello dei Casalesi, struttura camorristica da sempre caratterizzata da forti vincoli familiari e di sangue che ne caratterizzano storicamente la compattezza e la risolutezza delle azioni contro tutti quei sodalizi che si definiscono in antagonismo ai loro interessi. Il clan dei casalesi opera come un governo centrale di una unione federale di famiglie autonome, tra cui rammentiamo i Russo, i Panaro, i Caterino per la zona dell’aversano; i Papa e i Mezzero per la zona capuana.
Nell’insieme il clan dei Casalesi fonda la sua forza economica coordinando il potere punitivo a servizio dell’imprenditoria dei settori strategici e più economicamente redditizi. Il suo è un capitalismo industriale e finanziario spietato che, soprattutto nell’ultima crisi mondiale, ha diversificato i suoi investimenti in operazioni ad alto rendimento.
Il settore del mercato degli stupefacenti è il più inflazionato e viene pcontrollato in particolare nell’area aversana e domiziana in collaborazione con i gruppi criminali della città di Napoli e della mafia albanese (per l’approvvigionamento della cocaina). I Casalesi lavorano molto sull’arruolamento di sempre nuovi affiliati, guidati da leadership scelte all’interno del contesto familiare. La leadership dei sodali non ha però un potere carismatico, ma più che altro una valenza meramente tecnica e burocratica. Delle fazioni di vertice dell’unione federata casalese quella più numerosa, aggressiva e pericolosa, è quella Schiavone. La fazione dei Zagaria è quella che mantiene il controllo delle attività imprenditoriali, soprattutto della distribuzione e degli appalti pubblici. Dopo l’arresto dei fratelli Zagaria sono subentrate altre figure famigliari che hanno affiancato il lavoro dei giovani affiliati. Dopo l’arresto del boss Iovine la fazione omonima sarebbe gestita dal figlio, attualmente raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare. La fazione dei Bidognetti, depositaria dei più oscuri segreti intorno al traffico e allo sversamento illegale dei rifiuti, sta attualmente rinnovando la sua leadership.
La zona di Marcianise è in mano ai Belforte, per quanto gli arresti delle figure apicali. Nella zona del domiziano, in seguito al declino del clan La Torre, la fazione storica si è rafforzata intorno al sodalizio (patrocinato dai Bidognetti) Fragnoli – Gagliardi – Boccolato. I gruppi criminali continuano ad avere una forte presa sulle amministrazioni locali e sulle forze dell’ordine colluse.