Intervista a Matilde Azzollini, che guida il Laboratorio d’arte settimanale de “Gli Amici” presso la Casa dell’Amicizia della Comunità di Sant’Egidio al Vomero.
E’ un mercoledì pomeriggio alla Casa dell’Amicizia della Comunità di Sant’Egidio al Vomero, e in un clima di gioia si sta svolgendo il Laboratorio d’arte settimanale de “Gli Amici”, guidato da Matilde Azzollini.
Matilde, come nasce a Napoli l’esperienza di amicizia di Sant’Egidio con le persone con disabilità?
Nasce negli anni ’80 tra i bambini con disabilità che frequentavano le Scuole della Pace nelle periferie di Napoli, che spesso a causa delle loro difficoltà, finivano per abbandonare la scuola. Ciro, Maria, Rosa e tanti altri, una volta cresciuti divenivano giovani e adulti soli, privi di amicizie e di relazioni, che trascorrevano le loro giornate in casa o girando per la strada senza una meta, con scarse opportunità di studio, formazione e lavoro.
Ci siamo accorti come attorno alla persona con disabilità e alla sua famiglia spesso c’era (epurtroppo c’è ancora) un isolamento che nasce dalla paura della debolezza, della diversità e del contagio. Si tratta di un’umanità dolente e spaventata con storie di disagio e sconfitta, che abbiamo provato viceversa ad incontrare e cercare: dapprima con visite a casa, poi uscendo insieme, sino ad avere un appuntamento fisso, che finalmente rompeva l’isolamento e mostrava la bellezza dell’incontro. E abbiamo scoperto un desiderio di gioia, di relazione, un pensiero inespresso e una vita interiore che aspettava di essere ascoltata, accolta e aiutata ad esprimersi.
Perché un Laboratorio d’Arte?
Proprio per dar voce a tutti coloro che, per la propria disabilità e fragilità, non hanno la possibilità di far emergere il proprio mondo interiore.
Attraverso percorsi pazienti di ascolto e formazione, di apprendimento di tecniche artistiche, di apertura al mondo e agli altri, si riesce a comunicare e ad appropriarsi di codici espressivi e artistici personalizzati, per aiutare la singola creatività ad emergere nel rispetto dei tempi di ognuno.
Il Laboratorio è quindi uno spazio di conoscenza e di espressione in cui ciascuno può trovare il suo modo di comunicare attraverso l’espressione artistica in un clima di accoglienza, stima, ascolto, valorizzazione.
Così si riesce a infrangere pregiudizi e senso di minorità, mettendo in moto risorse insospettabili, tra le quali tanta gioia, simpatia, amicizia.
A partire dalla fine degli anni ’90 i Laboratori d’arte di Sant’Egidio hanno realizzato mostre, pubblicazioni e cataloghi a tema differente in varie città italiane ed europee, aprendosi negli ultimi anni al confronto con artisti contemporanei, e presentando opere anche alla collezione permanente del MAXXI di Roma, alla Biennale di Venezia e all’ONU
Perché il nome “Gli amici”?
La risposta è nelle parole del nostro Manifesto. Dice tra l’altro: “Sembriamo deboli ed a volte facciamo fatica, ma insieme abbiamo una grande forza e possiamo fare tante cose: voler bene, cantare, dipingere, lavorare, aiutare ed aiutarci. Essere felici. Tutti possiamo essere amici: a chi è solo, a chi è anziano, a chi è straniero, a chi è triste, a chi è tenuto lontano da tutti diciamo: “amico sei importante !!”. L’amicizia non mette nessuno da parte e tira fuori il meglio di ognuno. Sappiamo che tutti sono belli perché sono amati da Dio e che tutti sono più felici quando trovano un amico. Abbiamo una grande voglia di fare festa e di cambiare il mondo. Cominciamo dalle nostre città. Costruiamo una città senza barriere e senza muri: è la citta degli amici”
Qual è il contributo de “Gli amici” alla società?
Come ha detto recentemente Marco Impagliazzo:” Nei laboratori d’arte di Sant’Egidio si realizza l’integrazione come valorizzazione della vita di tutti”.
Questo è vero in tanti sensi.
Ad esempio la fede profonda nel Vangelo de “Gli amici”, segnata da una comprensione profonda che abbraccia insieme ragione, vita, cuore ed affettività, li rende “esperti” di amicizia: mostrano ad una società competitiva ed individualista il valore della gratuità e della solidarietà.
In secondo luogo vivere accanto alle persone con una disabilità è un arricchimento in umanità e può far maturare una comprensione della vita più larga e profonda. Perché la loro “sapienza” di ciò che è essenziale nella vita (il valore della debolezza, del dipendere dagli altri, dell’amicizia vera, dell’importanza dell’ascolto, della bellezza che nasce da una vita buona, della tenerezza), ci insegna l’arte del chiedere di essere accompagnati, ma anche di accompagnare.
In questo senso “Gli Amici” possono dare un contributo prezioso alla nostra società ed essere artefici di un cambiamento di mentalità e di cultura assai importante.
Infine l’amicizia è terapeutica per tutti: è guarigione dalla solitudine e dall’egoismo, per i disabili ma anche per chi li accompagna e si prende cura di loro, ricevendone quella gioia capace di vincere la paura e di cambiare mentalità e pregiudizi.
In tanti, amici e visitatori occasionali, dopo l’incontro con tanti disabili liberati dalla tristezza e resi “Amici”, sono stati toccati dal modo franco e diretto di rapportarsi e di manifestare il proprio bisogno umano. Sono stati toccati dall’accoglienza, dalla capacità di mettere a proprio agio gli altri, di ricordare tutti gli amici incontrati e tutti i momenti vissuti insieme. E in un mondo come il nostro, in cui chi non è autosufficiente sembra non valere nulla, questa amicizia semplice, diretta e senza infingimenti, è una grande testimonianza. Posso dire che molti disabili – proprio loro che vengono considerati tristi, infelici -ci hanno convertito alla gioia.
Info?
Laboratorio d’arte de “Gli Amici” c/o Casa dell’Amicizia. Via Massari 5 (nei pressi di Piazza Muzii). Ogni Mercoledì dalle 16,30 alle 18,30. Tel. 0813187975