Discorso di Conte, nuova stretta, chiuse tutte le attività tranne quelle essenziali (Video e Lista)

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Discorso di Conte, stiamo viaggiando verso il picco e il nuovo record di morti da coronavirus in Italia.

Il premier Giuseppe Conte ha parlato nella tarda serata di ieri in diretta su Facebook

https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/videos/204448674153725/

 

“È necessario compiere un altro passo – dice – dobbiamo chiudere in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva non necessaria, non indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”.

Chiusura delle fabbriche, come avevano chiesto le Regioni del Nord. Il premier assicura che “continueranno a restare aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Non c’è ragione di fare code e corse agli acquisti. Resteranno aperte farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti”.

Ma “al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”. Il presidente del Consiglio, che ha parlato della “crisi più grave dal secondo dopoguerra”, sottolinea che si tratta di una decisione “difficile ma necessaria. Lo Stato comunque c’è. Uniti ce la faremo”.

Gli ultimi dati sono agghiaccianti. Ieri le vittime hanno raggiunto il picco massimo, 793 (546 solo in Lombardia), portando il totale a 4.825. I malati sono diventati 42.681 (4.821 in più rispetto a ieri). Un’escalation che ha fatto salire la richiesta al Governo di Regioni, Comuni ed anche sindacati di attuare una chiusura totale.

L’appuntamento con la conferenza stampa delle 18 alle Protezione civile è ormai diventato un bollettino di guerra. La linea di morti e positivi continua a salire. Fortunatamente aumentano anche i guariti (6.072, 943 più di ieri). Il virus è diffuso in tutte le regioni, Lombardia in testa (25mila i malati, quasi la metà del totale), mentre “i numeri al Sud – spiega il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli – sono ancora fronteggiabili. Si sta facendo una corsa contro il tempo e si lavora senza sosta e senza tregua”. Per arrestare la diffusione del virus, la ricetta, puntualizza il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, è sempre quella del “distanziamento sociale. Non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo”.

E per sperare in un vaccino, aggiunge, bisogna aspettare fine anno. Ancora mesi di battaglia, dunque, con Regioni e Comuni sulla linea del fuoco a chiedere di più, anche se Borrelli fa notare che quelle attuali sono “le misure massime che si potevano adottare. Dopodiché c’è la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa”. La regola principale resta quella di non uscire di casa, ma sono molti i trasgressori: ieri i denunciati sono stati 10mila, il numero più alto dall’entrata in vigore dei divieti. Per loro la procura di Milano caldeggia il pugno di ferro: arresto fino a sei mesi ed ammenda, senza oblazione. Sul fronte sanitario sono arrivate quasi 8.000 risposte all’appello per creare una task force di 300 medici volontari da mandare nelle aree più colpite. “Grazie a tutti, eroi in camice bianco”, ha detto Conte.

Buone notizie anche sul fronte mascherine. La prossima settimana ne arriveranno 12 milioni dalla Cina. Saranno le prime dei lotti da 100 e 50 milioni stipulati dal Governo con la Byd e un’altra azienda privata cinese attraverso la mediazione della Farnesina. Novità, infine, sul versante dei giochi. L’Agenzia per le Dogane e i Monopoli ha sospeso il Lotto e il Superenalotto. La decisione, riportata in una circolare, riguarda tutte le lotterie e le slot machines.

Discorso di Conte e la lista delle attività che resteranno aperte

Nell’ambito delle aziende restano attive tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti. Netta, invece, la riduzione delle attività legate alla Pa: restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione. Continuano a operare, inoltre, edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione.

La lista, provvisoria, delle attività che resteranno aperte conta circa una settantina di voci. La ratio è quella indicata dallo stesso Conte: “rallentiamo il motore dell’Italia ma non lo fermiamo”. Restano attive l’industria delle bevande, le industrie alimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l’abbigliamento). Le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere.

“Salve” anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti. Questi ultimi, infatti, saranno assicurati anche da lunedì.

Il Dpcm che il governo sta limando non includerà il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano), il trasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, i taxi e gli Ncc, gli autotrasportatori, il trasporto marittimo e quello aereo. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. Non dovrebbero essere intaccati dal provvedimento neanche i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche. Nell’ambito della pubblica amministrazione restano “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, chiaramente, l’assistenza sanitaria. Esclusi, infine, i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale.

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