“Lionel è il il più grande di tutti, fa cose da Play Station. Però sarebbe un errore concentrarci solo su di lui. Nessuna gabbia. Il Barça è superiore e ne siamo consapevoli, noi però ce la giocheremo se faremo una grande partita”. Vigilia di Napoli-Barcellona per Rino Gattuso che presenta così la supersfida in programma domani al San Paolo. “Non so se è il miglior debutto possibile in Champions o il peggiore. So che affrontiamo una grande squadra e che devo ringraziare Ancelotti e la squadra che mi danno questa possibilità. L’emozione c’è e c’è anche preoccupazione, perché da quando è arrivato Setien il Barça ha ricominciato a fare le cose che sapevano. Ora recuperano palla dopo 6 secondi, con Valverde erano 11. Servirà una grande partita, altrimenti rischiamo”.
Su Insigne dice: “Non ha grande fisicità, ma un grande motore. Riesce a fare 12-13 km a partita, ripiega tanto ed è molto intelligente tatticamente. Deve migliorare sull’essere capitano, farsi sentire. Non parlare sempre, ma entrare nell’anima quando lo fa. Per il resto mi ha sorpreso, È molto intelligente e apprende subito”. Sulla preparazione alla partita: “Oggi ho pensato a tutta la mia carriera, a quello che ho fatto io per arrivare fin qui e a quello che hanno fatto i ragazzi. Domani ci giochiamo qualcosa di importante, penso che il mio gruppo di lavoro si sia meritato questa opportunità, anche se gli ottavi non li abbiamo conquistati noi”.
Sulla differenza tra incontrare il Barça da giocatore e da allenatore: “Da allenatore è molto più difficile. Da giocatore mi è capitato un paio di volte di incontrare il Barcellona e sembrava che facessero un altro sport. Xavi, Messi, Iniesta…non li acchiappavi mai. Noi correvamo per 90′ a inseguire la palla. Ti chiedevi come potevi giocare a calcio contro questi qui. Ti ammazzavano mentalmente”.
Meglio Messi o Maradona? “Diego è il Dio del calcio. Però io l’ho visto nelle videocassette e nei DVD, mai da vicino. So il campione che è stato, però in questo momento io vedo a Messi fare le stesse cose che faceva lui. Forse io mi sono perso qualcosa di meraviglioso”. Come fermare l’argentino: “Noi non dobbiamo commettere questo errore. Dobbiamo giocare da collettivo, da squadra, non pensare di mettere gli uomini tutti su di lui”.