di Anna Copertino
Domenico Noviello ucciso il 16 maggio del 2008 a Castelvolturno, Caserta.
Con la sua denuncia, risalente ad anni prima, aveva fatto arrestare una banda di estorsori facenti capo al clan dei Casalesi, per questo è stato freddato da due killer armati di pistola. La vittima, Domenico Noviello, di 65 anni, incensurato e titolare di una autoscuola, in località “Baia Verde” è stato ucciso a Castelvolturno, nel Casertano.
Gli investigatori hanno ricostruito la modalità dell’omidicio: due sicari hanno raggiunto e affiancato l’auto sulla quale viaggiava Noviello e hanno aperto il fuoco con pistole di grosso calibro. L’uomo è riuscito a fermare l’auto e ha tentato di fuggire a piedi, ma i killer lo hanno raggiunto scaricandogli contro almeno una ventina di proiettili. Le modalità dell’agguato confermano l’ipotesi di un nuovo gesto dimostrativo dell’organizzazione criminale dei Casalesi.
Nel 2001 Noviello aveva osato sfidare il clan Bidognetti, denunciando un tentativo di estorsione e contribuendo a far arrestare con la sua testimonianza cinque affiliati all’organizzazione camorristica, tra i quali il pregiudicato Pasquale Morrone e i fratelli Alessandro e Francesco Cirillo. Per tre anni aveva vissuto sotto scorta.
A Domenico Noviello è dedicato il bene confiscato alla camorra a San Cipriano d’Aversa che oggi ospita un gruppo di convivenza di persone con disabilità psico-fisica, soci della cooperativa Agropoli e del ristorante della Nuova Cucina Organizzata. È dedicata a Domenico un’associazione antiracket del litorale domizio, voluta fortemente da dieci commecianti che hanno denunciato il pizzo. All’inaugurazione dell’associazione anche il sottosegretario del Ministero dell’Interno Antonio Mantovano.
Nel mese di giugno 2012 sono state emesse 10 ordinanze di custodia cautelare nei confronti del clan dei camorristi che ha ucciso Noviello.