Don Merola show: dalla politica all’intrattenimento, tutte le dichiarazioni al vetriolo dell’ex parroco di Forcella

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Marano, rubata l'auto del sacerdote anticamorra don Luigi Merola

De Magistris e Grillo, Mariastella Gelmini e Maria De Filippi. Non risparmia proprio nessuno, don Luigi Merola, il giovane parroco napoletano che è diventato uno dei simboli della lotta alla criminalità organizzata. Lui, che la camorra l’ha guardata in faccia, combattendola senza timore, lui che dell’attivismo sociale ha fatto un dovere cristiano, lui che ha dedicato la sua vita a togliere dalla strada i bambini dei quartieri popolari di Napoli e che dal 2007 vive sotto scorta, non ha certo paura di dire quello che pensa. Dal festival “È Storia” di Gorizia, don Luigi Merola, che oggi gestisce una fondazione di recupero minorile nel quartiere Arenaccia, tuona contro la politica, nazionale e locale, e contro l’intrattenimento televisivo, sottolinea la necessità di una revisione del sistema scolastico italiano, richiama all’ordine le istituzioni ecclesiastiche che dovrebbero soccorrere i giovani.

Don Merola: ecco le sue dichiarazioni

Ne ha una per tutti, e certo non si risparmia, l’ex parroco di Forcella. Per prima cosa, prende le distanze dall’amministrazione De Magistris:  “Il sindaco non sa ascoltare. A Napoli ha fatto solo due cose: ha chiuso il centro storico e ha fatto la pista ciclopedonale. Manco fossimo in Pianura Padana“, ironizza don Merola. Poi aggiunge: “Noi napoletani non sappiamo a che santo dobbiamo votarci, ma saremo proprio noi, alla fine che salveremo Napoli“.

Ma non finisce qui. Don Merola non sembra per niente contento della politica italiana e spara a zero anche su Beppe Grillo: “Non lo capisco, è un fenomeno tutto italiano. Come si fa a non avere nessun rispetto delle istituzioni, come si fa a dire ‘Arrendetevi’ a chi rappresenta l’Italia? Vogliamo costruire qualcosa o soltanto opporci?“, si domanda il parroco, rivolgendo plausibilmente le sue critiche alla fastidiosa attitudine di Grillo a fare subito la voce grossa e a portare all’esasperazione il confronto politico.

Don Luigi, però, non si ferma alla situazione politica dell’Italia, ma riflette anche sulla cultura e sulla società in generale, e sul ruolo che in essa giocano la chiesa, la scuola, e, perché no, la tv. “I preti devono investire le proprie energie nei bambini, come fece don Pino Puglisi: grazie a Dio la Chiesa può contare su preti santi, non solo su preti pedofili. Il mio chiodo fisso, fin dall’inizio – ha spiegato don Merola, prete di strada per eccellenza – è stato quello di riportare i bambini nel circuito scolastico. A Napoli o a Palermo, in quartieri come Forcella o Zen, non serve l’Esercito, serve un esercito di insegnanti, perché i ragazzi hanno anzitutto bisogno di testimoni“. E a questo proposito si scaglia contro l’ex ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, colpevole di aver “distrutto la scuola italiana“. “I ragazzi – aggiunge Merola, che da sempre si adopera a favore di bambini e giovani provenienti da contesti disagiati – devono essere accolti con passione, non da professori arrabbiati. Per questo bisogna investire nella formazione dei docenti“, che negli ultimi anni, bisogna ammetterlo, è stata abbondantemente trascurata. E in sostituzione dei maestri, quelli veri, ne sono emersi di nuovi, decisamente nocivi. Come Maria De Filippi, regina di una “tv spazzatura” che don Merola giudica “la vera cattiva maestra d’Italia“.

Le uniche parole di approvazione, don Luigi le spende nei confronti di Papa Francesco, esortando i fedeli a tornare in Chiesa: “Finalmente abbiamo un Papa, una persona umile, semplice, che lavora per una chiesa povera. Mi hanno raccontato che non si fa portare il caffè in camera ma scende negli spazi di Santa Marta, dove vive, e si serve alla macchinetta, cercando le monetine e offrendo ai presenti“. Insomma, don Merola non le manda certo a dire. Una peculiarità che gli attirerà certo numerose critiche, ma che tuttavia, a ben guardare, in questi tempi di bugie, sotterfugi e silenzi, sarebbe da apprezzare: almeno, don Luigi Merola è una delle poche personalità pubbliche che continua ad esercitare la rara facoltà dell’onestà intellettuale, nel bene, e soprattutto nel male.