Le buche? Colpa del buco. Sembra una presa in giro o un gioco di parole, invece è proprio così. Più o meno è questo quanto dichiarato dall’assessore alla Viabilità del Comune di Napoli Anna Donati, ascoltata oggi dal pm Stefania Buda e dal procuratore aggiunto Francesco Greco, responsabili dell’inchiesta sulle buche stradali. “L’amministrazione comunale deve fare i conti con pesantissimi tagli che hanno comportato la riduzione di tutti i servizi“, ha spiegato l’assessore in sede di interrogatorio, respingendo ogni accusa relativa alla responsabilità dell’amministrazione comunale nella mancata manutenzione stradale. La colpa non sarebbe del Comune, ma del buco di soldi nel Comune. Che poi è l’unica cosa che i magistrati sono riusciti ad accertare per ora nell’ambito dell’inchiesta: le casse del Comune di Napoli sono completamente vacanti.
Eppure, tra il 2011 e il 2012 sono stati stanziati ben 5 mln di euro per la manutenzione ordinaria (che, come ha affermato l’assessore Donati, sono stati spesi per coprire oltre 5mila voragini). Un “dettaglio” che sicuramente ha attirato l’attenzione della magistratura, unito alle migliaia di denunce arrivate dai cittadini e automobilisti costretti a una quotidiana gimkana tra fossi e voragini, che quando non riesce provoca seri danni alle persone e alle autovetture. Insomma, la storia è vecchia, e la conosciamo un po’ tutti. Le strade cittadine versano in condizioni pietose, la manutenzione stradale non viene fatta o viene fatta male, i rattoppi non reggono e basta una pioggia un po’ più abbondante a far aprire voragini grosse quanto una casa, tanto da trasformare le vie partenopee in un percorso a ostacoli. Un problema che affonda le radici in un passato ben più remoto di quello ascrivibile all’amministrazione De Magistris. Perché allora proprio adesso un’inchiesta?
Il motivo è semplice, e gira e rigira si tratta sempre di soldi: che fine hanno fatto o come sono stati spesi. E infatti, quello che la magistratura non riesce proprio a spiegarsi è come abbia fatto la giunta De Magistris a far uscire i soldi da destinare ai grandi eventi, il Giro d’Italia ma primo fra tutti l’America’s Cup, rimanendo a secco per gli interventi di manutenzione della rete viaria. Su questo nodo cruciale si incentrano le accuse e le indagini della Procura, che questa mattina hanno tenuto sotto torchio prima Anna Donati poi Gigino De Magistris, rispettivamente 5 e 3 ore di interrogatorio. L’accusa è di “attentato alla sicurezza stradale e omissione di atti d’ufficio”. In pratica sindaco e assessore sarebbero colpevoli di non aver destinato abbastanza fondi alla manutenzione stradale, e di avere invece prosciugato tutte le risorse a loro disposizione per altri fini. Come costruire la pista ciclabile, ad esempio, oppure organizzare l’America’s Cup. E a farne le spese sono state le auto (e le gambe) dei cittadini.
Anna Donati ha respinto le accuse affermando “di avere adottato delibere e progetti che potenziano la Napoliservizi, cioè la società alla quale è ora affidata la manutenzione stradale”, e sottolineando l’impossibilità di destinare fondi stanziati per un obiettivo specifico alle riparazioni: “Ci sono risorse che potevano essere spese solo per precisi scopi, come la pista ciclabile o la Coppa America”.
Le fa eco De Magistris, ascoltato subito dopo questa mattina: “La manutenzione stradale è sempre stata una priorità”, seppure condizionata dalla spending review. E poi, chiarisce, la definizione degli interventi prioritari dipende sempre da una “scelta politica”. Lui ha scelto come priorità la pista ciclabile, il Giro d’Italia e l’America’s Cup. La “colpa” di tutto questo (e ovviamente delle onnipresenti buche) è senza dubbio tutta sua.