Tenutosi a Napoli, il 25 giugno, nell’Aula Bottazzi, nel complesso di Sant’Andrea delle Dame Seconda Università degli Studi di Napoli, il VIII Convegno del Coordinamento napoletano Donne nella Scienza, coadiuvato da una una serie di interventi in ambito scientifico, medico, e sociale. Nonché da una mostra fotografica in cui era possibile evidenziare un focus sulle Donne del passato, altresì del presente, che hanno segnato il progresso della scienza.
Nomi di spessore come Rita Levi Montalcini o l’astronoma Margherita Hack. L’obiettivo della mostra consisteva nel valorizzare l’impegno costante di illustrissime donne nel campo delle arti, ma a seguire della scienza, dedicando loro strade e piazze; ad esempio, nella città di Napoli, precisamente presso Fuorigrotta, la cui via è stata nominata “Via Maria Bakunin” una grande chimica, la quale ha formato numerosi studenti.
Il convegno è stato organizzato dall’associazione coordinamento napoletano di Donne nella Scienza, la cui associazione è composta da figure professionali. Ovvero da ricercatrici appartenenti al mondo universitario, la cui professione non si limita – in alcuni casi – ad operare solo in Italia, ma in tutto il mondo.
Il convegno ha proposto un confronto, trasformatosi in alcuni casi in dibattito, su argomenti inerenti l’ambiente, in che modo l’ambiente danneggia la nostra salute, se lo stesso ambiente danneggia prima ancora della nascita il fanciullo in grembo ed in che modo prevenire eventuali malattie.
Ma non ci si è soffermati solo sulla salute italiana e campana, ma durante il convegno è stato possibile conoscere l’educazione ambientale, nonché i rischi delle armi contenenti il piombo fuso, ed altri elementi utilizzati nei paesi del Medio Oriente.
Importante la seconda sessione del congresso che ha visto la testimonianza di eccellenze sia della Medicina che della Scienza a tutela dell’ambiente e della salute.
Per meglio far capire come gli enzimi possono ridurre l’impatto ambientale delle produzioni industriali e così produrre vantaggi per la salute umana.
Toccante e di grande valore umano le parole di Antonio D’Amore referente provinciale dell’Associazione Libera e di Susy Cimminiello, sorella di Gianluca Cimminiello Vittima Innocente di Camorra, in rappresentanza del Coordinamento Campano dei familiari delle Vittime Innocenti di criminalità.
L’associazione Casa Lorena ha contribuito con i loro prodotti, coltivati su beni confiscati alla camorra e con il servizio di catering, nato per dare la possibilità di riscattarsi alle donne del Centro Antiviolenza “Le Ghiottonerie di Casa Lorena”, organizzando sia la pausa caffè che il buffet per il pranzo.
Ai nostri microfoni l’organizzatrice ed anima del congresso la Prof. di Neurologia Marina Melone.
Donne nella Scienza: le testimonianze di Antonio D’amore e Susy Cimminiello
Bruna Di Dio