Donne e uomini. La vera parità

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di Vincenzo Vacca
L’ emergenza sanitaria, pur con la profonda consapevolezza che occorre affrontarla bene da parte di tutti, non deve, però, soffocare la dialettica democratica e di genere. La natura di una democrazia, la sua capacità di rappresentanza politica, nonché il suo agire volto a dare una soluzione ai vari problemi, si misura soprattutto nel difendere la dignità delle donne e nel valorizzare in ogni ambito le potenzialità culturali e sociali delle stesse. Quanto meno, perché le donne sono almeno la metà della popolazione. Quindi, è inaccettabile l’ idea che un sistema democratico possa essere veramente tale, senza avvalersi concretamente delle donne. Sono anni, ormai, che ogni luogo in cui si fa cultura le donne, quantitativamente e qualitativamente, primeggiano nei confronti degli uomini. Giustamente, ad esempio, si dice spesso che, se le donne smettessero di leggere, chiuderebbero in poco tempo tutte le librerie. Ma pensiamo anche ai teatri, ai cinema, ai musei; tutti luoghi in cui la presenza maggioritaria è femminile. Detto con una certa cattiveria, ma vera: quasi sempre, un gruppo di amici che decide per una sera di uscire va o allo stadio o in un locale. Invece, un gruppo di amiche decide molto più frequentemente di andare al cinema o al teatro.
Naturalmente, non è solo negli ambiti squisitamente culturali che le donne dimostrano sempre di più e sempre meglio le loro capacità. Nelle aziende, negli uffici pubblici e privati. Perfino in luoghi tradizionalmente maschili, come le Forze di polizia e nelle Forze Armate, assistiamo ad un apporto femminile  particolarmente significativo. Sono venuto a conoscenza che alcune aziende statunitensi, a differenza di un certo errato luogo comune, preferiscono assumere donne che siano madri, perché l’ impegno profuso in una famiglia con figli è tale da richiedere una capacità di organizzazione dell’ intero nucleo familiare e questo può tornare molto utile in una attività lavorativa complessa.
Apparentemente, tutte queste considerazioni sembrano acquisite nell’opinione pubblica e nelle Istituzioni. Quasi tutti affermano la imprescindibilità delle donne. A livello privato, per dimostrare che si è persone moderne. A livello politico, per acquisire consenso elettorale tra le donne. In questo articolo, mi preme sottolineare la discrasia tra il dire e il fare in ambito politico istituzionale. Le parlamentari sono ancora  un numero insufficiente rispetto a quelle delle elettrici. Non abbiamo mai avuto un Presidente del Consiglio dei Ministri che fosse una donna (ad eccezione di una nomina esplorativa a Nilde Iotti che durò pochi giorni), né Presidente della Repubblica. Per non parlare poi  dei gruppi dirigenti dei partiti, dove le donne sono assolutamente in un numero molto insufficiente. Si dice che ciò è una conseguenza del fatto che l’ attività politica preferiscono farla più gli uomini che le donne. A parte il fatto che, se si intende per politica non solo quella fatta nei partiti, la citata osservazione è falsa. Ma chi dirige un partito deve pur porsi il problema del perché l’ attività dello stesso non catturi un interesse diffuso femminile. Evidentemente, in quel partito c’è qualche cosa di profondo che, per l’ indole femminile, è da rifiutare. Dovrebbe essere un fondamentale momento di riflessione e non si può pensare di aver risolto tutto ciò con le controverse quote rosa.
La preponderante presenza dei maschi a livello istituzionale, anche in “tempi da conovirus” , si fa sentire. Nel comitato scientifico che affianca il Governo nella gestione della crisi sanitaria non c’è neanche una donna. E pure abbiamo delle scienziate straordinarie, ma evidentemente non vengono considerate per compiti così importanti. Insomma, al di là di una certa pelosa retorica di omaggio formale, alla fine gli incarichi ritenuti importanti e prestigiosi vanno ancora per la grande maggioranza dei casi agli uomini. Occorre cambiare concretamente questa pessima tendenza. Non solo come forma di solidarietà nei confronti delle donne, ma anche perché le problematiche che affronta un Paese sono di una complessità tale che non può fare a meno delle potenzialità e delle intuizioni tipiche delle donne.