Dopo il fallimento storico e la beffa dell’acquisizione di un marchio da parte di un’altro, astratto da qualsiasi stabilimento produttivo e ora diventato solo un nome da apporre a qualsiasi altro pacchetto o confezione di paste, l’ex-sede centrale dei Pastai Russo di Cicciano va in fiamme per un quinto.
Dopo il declino industriale a partire dal 1998, il massacro di tre operai a colpi camorristici di kalashnikov, e l’acquisizione nel 2001 del marchio ma non delle maestranze o dell’opificio storico, nella serata di ieri le ultime tracce di una delle più sapienti e secolari istanze industriali del Meridione d’Italia è scomparsa. Circa un quinto, e forse più, dell’ex pastificio di Cicciano è andato in fiamme durante lo smantellamento delle attrezzature in favore di una fabbrica italiana delocalizzata in Romania.
Sono intervenute le squadre di Carabinieri e Vigili del fuoco dei reperti di Castello di Cisterna e della stazione di Pomigliano d’Arco, diretti dal tenente Antonio Orlando. È la beffa dopo una delle troppe ferite che il nostro storico tessuto industriale ha subito e continua a subire, eppure non riusciamo a lacerare il velo di mestizia di un passato glorioso per riscoprire un più radioso futuro.