In una città che per la prima volta ha festeggiato la festa degli innamorati anche con iniziative promosse dal Comune di Napoli, non è mancato questa mattina, presso Largo Berliguer, fermata Toledo della Metro collinare, il momento di riflessione con il movimento 1Billion Rising, fondato da Eve Ensler e giunto, oramai alla sua terza edizione cittadina.
Per giorni, cittadini e cittadine si sono riuniti, organizzandosi su Facebook, in diversi luoghi per imparare la coreografia del flash mob contro la violenza sulle donne: una danza con passi e una gestualità simbolica sulle note della canzone “Brak the chain”, brano musicale scritto e realizzato da Tena Clark con la musica Tena Clark e Tim Heintz e la coreografia di Debbie Allen che in molti ricorderanno come la maestra di danza del famoso telefilm degli anni’80 “Saranno Famosi” (Fame). Da tre anni, la campagna 1 Billion Rising si è diffusa in maniera virale in tutti gli stati dei cinque continenti.: in 207 nazioni nel mondo e in più di 100 città italiane.
Questa mattina è intervenuta anche la Console Generale degli Stati Uniti d’America Colombia A. Barisse che ha bene ribadito l’inaccettabilità della violenza fisica e psicologica degli uomini sulle donne, indipendentemente dalla cause e motivazioni.
Le Nazioni Unite stimano che 1 donna su 3 sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita. Questo significa un miliardo di donne e bambine. Per chiedere di porre fine a questa violenza, la scrittrice statunitense Eve Ensler, fondatrice del movimento V-Day e autrice de “I monologhi della vagina”, ha ideato la campagna One Billion Rising, dando vita, il 14 febbraio 2013, alla più grande manifestazione di massa nella storia dell’umanità: oltre 10.000 eventi in tutto il mondo, seguiti dai maggiori canali d’informazione (dal New York Times a The Guardian, dalla BBC ad HBO).
Dopo One Billion Rising (2013) e One Billion Rising for Justice (2014), l’appuntamento del 2015 è con One Billion Rising Revolution, il 14 febbraio, sempre nel giorno di San Valentino: non fiori e cioccolatini, quindi, ma un vero atto d’amore, gioioso, celebrato dalle donne e dagli uomini che le rispettano, con la volontà di manifestare insieme per chiedere un mondo in cui le donne possano vivere al riparo dalla violenza e dall’abuso.
Nel mondo hanno aderito alla campagna 207 nazioni e in Italia saranno oltre 100 le città coinvolte: da Roma a Milano, da Genova a Bologna, da Lecce a Trieste, insieme a decine di realtà di provincia in tutto il Paese, da nord a sud, animate da una rete di associazioni e militanti che operano durante tutto l’anno sul territorio ma anche da scuole, università, istituzioni culturali. Tra le numerose associazioni nazionali aderenti alla campagna ricordiamo D.I.Re, Amnesty International, Fare Bene Onlus, Differenza Donna, Doppia Difesa Onlus, Arcilesbica, Arci Donna, Rete Se Non Ora Quando, CGIL Nazionale, Maschile Plurale, UDI Nazionale.
Ad inaugurare la lunga serie di eventi italiani sarà l’Università La Sapienza di Roma, che con un giorno di anticipo, il 13 febbraio, aderisce all’iniziativa con flashmob, concerti, letture, esibizioni acrobatiche e performance a partire dalle ore 12.00 sul piazzale della Minerva, all’interno della città universitaria. Nella capitale si continuerà il giorno successivo con numerosi eventi nelle piazze più importanti: Piazza Farnese (ore 12.00), Colosseo, Arco di Costantino (ore 14.30), Piazza del Campidoglio (ore 15.00) e al Pantheon (ore 15.30).
Anche quest’anno al centro della manifestazione ci saranno la musica e la danza e le note dell’ innoBreak the Chain, per spezzare le catene della violenza e dimostrare che si può farlo con gioia, in maniera politica ma con il sorriso. La danza è una delle più potenti forze sulla terra e noi abbiamo solo iniziato a sfruttarne il potenziale. La danza è sfida. È gioiosa e rabbiosa. È contagiosa e libera, fuori dal controllo di Stati e corporazioni. Abbiamo appena iniziato a danzare. Quest’anno dobbiamo andare oltre. La danza è cambiamento. La danza è rivoluzione.
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