Eav, tornano i controlli sui treni

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Eav – “La novità da oggi per il trasporto pubblico locale è il ritorno del controllore, ma sul compito di verificare la mascherina aspettiamo la trattativa nazionale tra governo e sindacati, che sono contrari”. Così il presidente di Eav, l’azienda regionale di trasporto su ferro e gomma in Campania, Umberto De Gregorio spiega all’ANSA l’inizio della nuova era del viaggio sui treni non a lunga percorrenza, dove non c’è obbligo di green pass ma solo di mascherina.

“Nelle nuove linee guida – sottolinea De Gregorio – mi preoccupa la nuova specifica con cui per il tpl si parla di chirurgica o ffp2, mentre quelle di stoffa, come ad esempio le tante brandizzate che vediamo, non sono ammissibili: questo renderà i controlli più complicati. Vedremo. Da oggi intanto ripartono i controllori che erano stati bloccati per la pandemia per evitare contatti diretti. La Campania ha un tasso elevato di evasori e da due anni ci sono solo i tornelli per arginarli; è stato anche un disastro economico quindi come testimonia il calo di 20 milioni di ricavi da traffico nel bilancio 2020. Ora possiamo riprendere gradualmente, questo è positivo. Intanto da un anno e mezzo se il capotreno o l’autista del bus vede persone senza mascherine o mezzi super affollati o si ferma e chiama le forze dell’ordine e così continuerà”.

Eav ha circa 100 controllori per le linee Circumvesuviana, MetroCampania NordEst e Sepsa, una rete da oltre 100.000 passeggeri al giorno, per controlli più severi servirà aumentare la pattuglia: “Mi aspetto – spiega il presidente Eav – che il governo stanzi fondi per nuovi controllori, ma anche che prenda decisioni nette. Al momento i no vax salgono, ma viviamo la contraddizione assurda che per gli addetti al trasporto, anche sui treni nazionali, il capotreno può essere no vax: insomma, chi chiede il green pass deve averlo lui stesso, altrimenti si mina la credibilità del settore e dei controlli. Noi in Eav abbiamo vaccinato quasi tutti ma c’è un 10% che non lo ha fatto, resta questo zoccolo duro, per questo serve l’obbligo”. (ANSA)