Eccellenze napoletane: l’editore Diego Guida

0
396
Diego Guida

“Ci diamo da fare per far capire l’importanza della lettura e delle attività per la promozione della lettura, che dev’essere riconosciuta come un elemento di crescita non solo culturale ma anche sociale nel territorio”. A parlare, in una intervista rilasciata a Valentina Busiello, collega di ‘Cronache della Campania’, è Diego Guida, Presidente Nazionale del Gruppo Piccoli Editori e Vicepresidente Nazionale dell’AIE (Associazione Italiana Editori). Il primo Editore Meridionale a ricoprire questi prestigiosi incarichi nei 152 anni di storia dell’editoria italiana.

La Guida Editori srl nasce nel 1920 per iniziativa di Diego Guida, terzo in ordine di generazione di una ramificata famiglia di librai ed editori. Il nonno, Alfredo Guida, aveva dato inizio alle attività aprendo negli anni Venti una libreria a Port’Alba, nel cuore del centro storico di Napoli; dieci anni più tardi, aveva poi fondato l’omonima casa editrice, pubblicando l’”Opera omnia” di Francesco D’Ovidio, senatore del Regno d’Italia e poi presidente dell’Accademia dei Lincei.

La nuova sigla editoriale, nel 1935, riceveva già la prima medaglia d’oro per l’editoria internazionale alla fiera del libro di Bruxelles. Si gettavano così le basi per la nascita di uno spazio culturale destinato, dagli anni Sessanta, ad ospitare nella “Saletta rossa” (dal colore delle poltroncine), i più bei nomi della cultura italiana e straniera: Roland Barthes, Dominique Fernandez, Giuseppe Ungaretti, Pier Paolo Pasolini, Jack Kerouac, Allen Ginzberg, Umberto Eco, Giorgio Bassani, Alberto Moravia, Pierre Klossowski, George Simenon, solo per citarne alcuni.

“Io credo – ha affermato Guida – che il compito dell’Editore sia l’essere “il megafono”, la grancassa dei pensieri, idee e progetti degli Autori come se fosse il manager di chi pensa, di chi ha un’idea, e di chi deve far sentire la propria voce, questo e’ il compito dell’Editore”.

Ovviamente, le difficoltà sono aumentate in piena emergenza Covid-19. “Tutto quel che si e’ perduto in periodo di lockdown e’ difficile da recuperare. Quello che e’ importante e’ stato il segnale politico che ha voluto dare comunque il Governo, riconoscendo il libro come bene di prima necessita’, affiancato a tutti gli altri beni di cui non è possibile farne a meno. Anche nelle zone rosse in Italia, le librerie sono rimaste aperte, questa e’ stata una cosa importante, come erano aperte le panetterie, le edicole, ecc, cosi’ anche le librerie”.

Da Guida anche uno sguardo al futuro. “Ora, si deve cominciare a lavorare per costruire un progettualità di filiera in grado di poter avere accesso alle imminenti risorse del “vettore”, Recovery Plan in corso di redazione dal nuovo Governo Draghi. Non ritengo interessante o utile la mancetta dei ristori, ma trovo interessante per esempio un progetto legato alla promozione della lettura, un esempio: i soldi dovrebbero arrivare direttamente alle biblioteche, che dovrebbero acquistare i libri dai librai che acquistano dagli Editori del territorio, solo così è pensabile poter mantenere viva tutta la filiera editoriale che da lavoro e vita a migliaia di addetti e che consentirebbe la migliore diffusione del piacere della lettura”.

La casa editrice Guida è arrivata alla terza generazione: “Devo dire che siamo stati innovativi nel corso di tutto questo secolo, di tutti questi 100 anni, inventandoci una serie di azioni, attivita’, che potessero trovare spazio nel mercato. L’innovazione di questi ultimi anni è dedicata alla gestione del progetto, il progetto è quello di avvicinare il lettore, e’ arrivare fino e sotto casa oggi come 100 anni fa’. Questa era l’originalita’ della proposta”.