Cosa può esserci di più elegante del dubbio? Inattaccabile, impossibile da scalfire. “Eccitare l’abisso” di Roberto Masi, uscito pochi giorni fa nelle librerie, con corredo di immagini, rappresenta l’esigenza d’interrogarsi, anche a fronte di un fallimento annunciato.
A metà tra un saggio e un romanzo, è un viaggio erratico in cui l’autore sperimenta la precarietà del pensiero, in cui l’arte diventa il tessuto sul quale ondeggiano alcuni tra i più grandi pensatori della storia: che si tratti di un quesito filosofico o scientifico, ogni moto interiore deforma l’ambiente e le conseguenze non risparmiano nessuno di noi.
Attraverso l’opera di artisti come Burri, Manzoni e Munari dunque, Masi determina un modo del pensiero, un legame con la relatività einsteiniana fino all’Indeterminazione di Heisenberg.
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