Edenlandia, il Tribunale di Napoli blocca i conti: dipendenti senza stipendi

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Edenlandia, il Tribunale di Napoli blocca i conti: dipendenti senza stipendi

Il grande parco cittadino napoletano Edenlandia, che è stato bloccato nella gestione economica dal tribunale a seguito della ispezione giudiziale chiesta da alcuni soci di minoranza.

Fermi nei pagamenti degli stipendi e delle spese ordinarie. Il Tribunale di Napoli dà incarico a un amministratore giudiziario, che rifiuta per motivi personali e il mese di agosto rallenta la seconda nomina.

È quanto sta succedendo al grande parco cittadino napoletano Edenlandia, che è stato bloccato nella gestione economica dal tribunale a seguito della ispezione giudiziale chiesta da alcuni soci di minoranza. A sollevare il caso è lo stesso presidente (al momento sospeso dall’incarico) della società New Edenlandia spa, Gianluca Vorzillo, che nel 2018, come socio maggioritario e amministratore unico, apre il Parco chiuso da anni ridandogli vita, attraversando anche i due anni dell’emergenza Covid. Oggi, Vorzillo si trova a doversi “giustificare” per la gestione di questi anni, richiesta proprio dai quei soci di minoranza presenti nella compagine dal 2014.

“Trovo quanto meno singolare – dichiara Vorzillo- che dal 29 luglio scorso, data che assegnava l’amministratore giudiziario, ad oggi non sia ancora arrivato nessuno, bloccando di fatto le attività ordinarie, compresi i pagamenti ai lavoratori e i pagamenti delle utenze. Tant’è che, di quest’ultime, mi sono trovato a doverne far fronte personalmente. Inoltre l’ispezione prende ad oggetto solo gli ultimi anni, invece che “esaminare” gli anni precedenti, cioè quelli dal 2014, quando la società era in grande dissesto economico tale da tenere in inattività il Parco, pertanto quanto posto sotto la lente degli ispettori risente degli effetti della precedente gestione. Bisogna ricordare che quando il gruppo imprenditoriale che rappresento ha acquistato le azioni di maggioranza, il 23 agosto 2017, la società New Edenlandia spa era stata messa in liquidazione dal collegio sindacale, all’epoca presieduto dal dott. Sandro Gerolmini e dagli stessi soci di minoranza, presenti nella società, che avevano eroso il capitale portandolo prossimo allo zero. Le società a me riconducibili hanno sempre finanziato la New Edenlandia in quanto questa era all’epoca “non bancabile”, per questo la massa debitoria creatasi per l’investimento e per la riapertura della struttura è sotto controllo. I vecchi collegi sindacali, inoltre, hanno sempre monitorato la questione senza creare nessun tipo di allarmismo in quanto conoscono bene i fatti”.

“L’ispettore incaricato dal Tribunale – continua Vorzillo- è stato molto superficiale nella sua ispezione e si è spinto oltre con affermazioni che non trovano riscontro nei documenti contabili della società. Abbiamo chiesto l’intervento di un CTU che possa analizzare tutti i documenti e ci è stato negato dal Tribunale. Attendiamo con velocità il nuovo amministratore. Aspetto fortemente l’arrivo di una parte terza che possa dichiarare come stanno le cose e permettermi, così, di smettere di essere ostaggio di soci minoritari che stanno ricorrendo a ogni mezzo spesso al di là di quanto previsto delle loro quote. Per questo motivo noi siamo tranquilli, non appena verranno messi in evidenza tutti i fatti, la verità ci darà ragione”.

L’imprenditore Vorzillo ha già aperto un tavolo di confronto con alcune sigle sindacali per trovare unitamente la miglior soluzione. “Stiamo trovando con la sigla sindacale UILCOM, che rappresenta il maggior numero di iscritti, una soluzione per pagare gli stipendi di luglio, per non fare azioni contro legge”.

“Edenlandia è una start up – conclude Vorzillo- con uno stop di quasi 2 anni causa pandemia. Per portare avanti il progetto ora c’è bisogno di ricapitalizzare, pertanto, se non hanno soldi, è bene che facciano un passo indietro, vendendo. Il piano industriale parla chiaro e i soci possono esprimere il loro parere nelle assemblee, se credono nel progetto facciano le persone serie e parlino chiaro. Andare in tribunale a denunciare è inutile e irrispettoso nei confronti di chi ha messo capitali molto più importanti nella società e soprattutto nei confronti di chi crede nel progetto e negli sviluppi futuri”.