Ministro Mauro: l’obiettivo è quello di triplicare la nostra presenza, in termini di uomini e mezzi, nell’area sud del Mediterraneo, per una missione militare-umanitaria
di Redazione
A Palazzo Chigi oggi si discuterà dell’ obiettivo”mare sicuro” per cercare di arrestare l’emergenza sbarchi di clandestini che ogni giorno attanaglia il nostro Paese.
La Marina militare si dice pronta ad affrontare il disagio. Munita infatti di numerosi uomini e mezzi, anche aerei, impegnati nei pattugliamenti nel triangolo tra Malta, coste libiche e Sicilia. “Il capo di Stato maggiore – ha spiegato il comandante Alessandro Busonero – ha già disposto il rafforzamento del dispositivo che va avanti da venerdì scorso. Abbiamo in mare il pattugliatore Libra, la fregata Espero e la corvetta Chimera, ma abbiamo anche l’elicottero con pilota e il reggimento San Marco imbarcati”. In attesa dell’incontro a Palazzo Chigi, Il ministro Mauro unitamente allo Stato maggiore della Difesa sta organizzando l’intervento con il quale l’Italia si appresta a chiedere di più all’Europa al summit del 24-25 ottobre.
“Stiamo lavorando agli ultimi dettagli. Fra lunedì e martedì – spiega Mauro – dovrebbe essere tutto pronto. Sarà un’iniziativa tutta italiana che si aggiungerà a quelle già messe in campo a livello europeo, come Frontex. Vogliamo far capire chiaramente all’Europa che intendiamo avere voce in capitolo: non vogliamo disimpegnarci, ma impegnarci di più. Così potremo chiedere alla Ue di fare lo stesso”. Aggiunge il ministro che l’obiettivo è quello di “triplicare la nostra presenza, in termini di uomini e mezzi, nell’area sud del Mediterraneo, per una missione militare-umanitaria con lo scopo di contenere la crisi attuale dovuta in parte alla situazione di ‘non Stato’ in cui si trova la Libia”.
“La cosa migliore è che l’Europa metta le risorse perché l’Italia agisca insieme all’Europa.” Questa l’opinione del ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, riferendosi alla posizione del Governo.
Un coro di dissenso da parte degli esponenti del Pdl e Lega in merito all’abolizione della legge Bossi-Fini e soprattutto in merito alla cancellazione del reato di clandestinità, in risposta al premier Letta che è a favore della cancellazione di queste norme. “Non impicchiamoci al dibattito sulla Bossi-Fini si o no, non sarà uno strumento legislativo a risolvere il dramma di Lampedusa. Abbiamo il dovere dell’accoglienza e dell’assistenza, ma abbiamo anche il dovere di programmare gli ingressi e i flussi nel nostro Paese. In questo, l’Europa non può chiudere gli occhi”, questo il parere del ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo.
Per il leghista Roberto Cota invece “la legge Bossi è un baluardo: stabilisce che si entra sul nostro territorio soltanto se si ha un lavoro. Viene comunemente chiamata Bossi-Fini ma, viste le scelte politiche di Fini, oggi più che mai è il testo Bossi”.
14 ottobre 2013