di Redazione
Buccino (SA) – Il sindaco più amato dai suoi cittadini siede sulla poltrona del comune di Bari e, invitato in Campania, ne ha approfittato per dare consigli al collega de Magistris che, dall’indagine di Datamedia, è uscito palesemente sconfitto: è ultimo in classifica. Michele Emiliano, ribadendo le complessità della città di Napoli – “che certamente non ha creato de Magistris” – ha affermato che il successo per un buon sindaco sta nell’ascoltare i partiti ed accettare che la città può essere governata solo se si comprende il ruolo della politica locale.
“Io – ha detto – a un certo punto ho smesso di essere capopopolo, e sono diventato un uomo politico. L’errore più grande di Luigi è la continua chiusura nei confronti dei partiti, dando per scontato che siano tutto il male del mondo. Un partito può sbagliare ma può anche reagire, migliorare. Quando la lezione durissima di Napoli è arrivata addosso a Pd e Sel, a quel punto dovere di un sindaco non è quello di imporre la sua legge, ma di costruire un’iniziativa politica corale che gonfi la vela della politica. Quando vinsi al primo turno, la mia lista civica aveva il doppio dei consiglieri di Ds e Margherita, la testa a un certo punto mi girava, pensavo di avere i super poteri. A quel punto è importante chi hai attorno. Io ho accettato il ruolo dei partiti“.
Insomma, oltre alla pessima posizione in classifica al sindaco di Napoli tocca pure una bella lezioncina: “buttare il tavolo all’aria e dire: qui si fa come dico io, è facile – ha aggiunto Emiliano – ma a Bari come a Napoli non può bastare un rapporto diretto tra leader e popolo, c’è bisogno di qualcos’altro che è il partito politico. Inoltre se vuoi governare una città difficile come Napoli ti devi fare aiutare dai napoletani, li devi coinvolgere. La città non si governa senza politica, senza alleanze. È insostenibile che Napoli non abbia un ruolo politico nazionale”.
16 ottobre 2013