Emilio Fede parla ai microfoni di Ettore Petraroli e Rosario Verde su Radio Club 91 nel programma “I Radioattivi” e attacca Vespa: “Può fare solo il conduttore ma come giornalista non mi porta neppure le scarpe. Io sono stato il suo direttore. Oggi Vespa fa tutto: balla, suona, canta, cucina ma chi troppo in alto sale, cade sovente precipitevolissimevolmente. E’ il padrone della televisione e ambisce ad essere direttore generale o presidente della Rai e glielo daranno, ha tutto il mondo politico in mano. Pensate che a volte ci scambiavano ma Vespa ha trovato il modo, in tutti questi anni, di non invitarmi mai“.
Rivela inoltre che ha una pensione di 8200 euro al mese dopo 60 anni di attività e “trovo che sia una miseria. Sono giornalista professionista dal 1 gennaio 1955, sfido chiunque ad aver percorso una storia come la mia che va De Gasperi a Berlusconi e dopo aver scalato i monti africani“.
Su Napoli: “Mai ho amato una città più di Napoli e sono ricambiato. Se penso a Napoli, anche quando sono nella residenza storica di mia moglie dove vissero i De Deo, Croce e Togliatti (ma – precisa – non ci sono fantasmi), penso: “avvoltoio vola via che questa è la terra mia” come scrisse anche Calvino in un Canta Cronache con cui, tra l’altro chiudo il mio libro. Vado nei quartieri che mi ricordano la dignità“.
E su De Luca? “L’ho incrociato, mi ha guardato con sufficienza e in tutta onestà mai sono detto: chi se ne frega?“
Emilio Fede è in uscita con “L’Emilio” in libreria in contemporanea (ma “solo per caso” dice) ad ottobre con il racconto autobiografico di Silvio Berlusconi. Inoltre anticipa che in autunno torna con un programma ma non sa ancora su quale rete, “Ho avuto delle offerte ma c’è molta invidia“. Niente più Tg, quindi, per Fede che anzi dice: “arriva anche il momento in cui, come mi ha insegnato Baggio, occorre appendere le scarpe al chiodo. Potrei fare un buon settimanale“.
E parla anche di Berlusconi che “si è fidato troppo e qualcuno lo ha tradito come spesso succede“.
Renzi invece: “ha qualcosa di Vespa, i nei, e dovrebbe darsi una regolata quando promette le cose“
Mentre secondo il giornalista “Il problema eterno, il dramma vero è chi dopo Berlusconi? Perché nessuno può essere un quasi Berlusconi”.
Brosio? “E’ cresciuto con me, l’ho inventato io“
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