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Ercolano: il Mito con il futuro intorno

Francesco Sirano, l’archeologo Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, si racconta a RoadTv Italia in un’intervista unica, a tratti “intima”, mostrandoci come ha trasformato le difficoltà legate alla pandemia, in opportunità, per l’antica Città di Ercole.

Oltre i confini ed i limiti imposti dal Sars-Cov-19 (lo abbiamo bene imparato!), esiste il web e la rete di possibilità ad essi connessa. Incontro il Dott. Francesco Sirano (archeologo di fama internazionale, con una lunga esperienza “da campo” e da Funzionario del Mibact), praticamente on-line, grazie ad un ufficio stampa di tutto rispetto, che non ha mai fatto mancare pillole di Bellezza a tutte e tutti coloro avevano l’occasione di collegarsi ai canali social degli Scavi di Ercolano. Da ghiotta appassionata di Storia, Archeologia ed Arte, ho colto l’occasione per conoscere l’uomo ed il professionista eccezionale, dalla gentilezza inconfondibile, alla guida di uno dei siti storici più belli ed interessanti del Pianeta (nel Patrimonio UNESCO dal 1997).

Il Parco Archeologico ha riaperto le porte, dopo l’ultimo stop del Governo a causa del protrarsi della pandemia da Covid e già sta accogliendo in tutta sicurezza turisti da tutto il mondo; novità gratuite (quanto alle informazioni): il Qr code da scaricare sul cellulare ed una piantina redatta ad hoc per le persone con disabilità; a pagamento, è possibile scaricare una guida digitale che consente una serie di ricostruzioni in 3D di varie aree della città.

Un consiglio. Prima di visitare l’area archeologica, collegatevi a YouTube ed iscrivetevi al canale degli Scavi; troverete una serie di contenuti, ricostruzioni ed approfondimenti, necessari a farvi avere quella visione d’insieme capace di aiutarvi a meglio comprendere il percorso.

Ho parlato già troppo.
Bentrovate e bentrovati, amiche ed amici: a Voi, l’incontro con il Dott. Sirano.

Nel momento più buio della pandemia (durante il “lockdown”), l’Arte, in tutte le sue forme, si è rivelata vero balsamo, per le ferite dell’anima. Grazie al Suo lavoro ed al team formidabile dell’ufficio di comunicazione del Parco Archeologico di Ercolano (sempre attivissimi!), attraverso i canali social, abbiamo potuto abbeverarci alla fonte della Storia, per meditare e trovare nuova linfa vitale. Cosa ha significato, questa pandemia, per Lei ed il Parco?

La pandemia è stata insieme uno shock e una grande occasione per ripensare molti aspetti della gestione del sito e lavorare in modo innovativo su entrambe le principali linee strategiche del Parco: la tutela e la valorizzazione. Dopo un primo momento di reazione nell’immediato, il Parco ha ridefinito i propri obiettivi e riorganizzato le attività in modo da equilibrare lavoro da remoto e necessità connesse ai sopralluoghi sul sito, illustrazione, diffusione dei valori culturali e visite in presenza e in sicurezza. Nella prospettiva dei prossimi anni è apparsa subito chiara l’opportunità di aumentare la capacità da parte del Parco, tanto del personale quanto del patrimonio archeologico, di affrontare al meglio difficoltà come quelle che abbiamo tutti sperimentato nell’ultimo anno e mezzo. Ogni futuro progetto terrà conto sempre di quello che abbiamo imparato e delle soluzioni che si possono individuare per adattarsi con facilità alle nuove situazioni.

Quando varca l’ingresso agli Scavi, ci racconta quali sono le Sue emozioni, da Direttore di uno tra i più importanti siti UNESCO? Quale, il posto al quale è maggiormente “affezionato”, nella vecchia città ed il primo luogo dove condurrebbe il visitatore che mai è stato al Parco?

Per un archeologo classico come me lavorare ad Ercolano è un grandissimo privilegio, un sogno che si realizza. Essere il Direttore del Parco Archeologico è una grande responsabilità che si può affrontare solo con tanto lavoro, fatto di studio, valutazioni, riflessioni, capacità di scelte rapide, elaborazione di strategie, ascolto sia del team sia delle sollecitazioni che vengono dall’esterno. Ma un Direttore deve avere una sua visione e lavorare non solo per il breve periodo, ma soprattutto pensando a come sarà Ercolano nel 2040. All’interno della città antica la casa che più amo è quella dell’Atrio a mosaico, ma sono molto affascinato dalla Palestra e dal Teatro. Il primo luogo dove accompagno chi non è mai stato ad Ercolano, dopo avergli mostrato lo spettacolare rapporto che ancora oggi si gode dal terrapieno antistante gli scavi del Vesuvio da un lato e del Golfo di Napoli dall’altro, è l’antica spiaggia. Mi emoziona ogni volta discendere lungo la Rampa Martuscielli e tornare indietro nel tempo, così come accedere alla città come facevano i pescatori nel 79 d.C.

Nuovi scavi all’Antica spiaggia, il restauro di sei domus. Si torna ad esplorare!

Si tratta di due progetti di fondamentale importanza per definire il riassetto complessivo del sito e dell’offerta culturale del Parco. Entrambi i progetti sono frutto dell’affiancamento al Parco garantito dal Packard Humanities Institute attraverso l’Herculaneum Conservation Project. Al termine dei lavori avremo 14.000 mq davanti al fronte a mare della città antica (l’unico così ben conservato del mondo romano) riportati alla loro originaria natura di antica spiaggia. Inoltre si potranno visitare sei tra le case più importanti tra le quali ricordo, oltre alla Casa dell’Atrio a mosaico, la casa a Graticcio nella quale si ha davvero l’idea di rivivere l’atmosfera di questo quartiere della città nel quale ad un certo punto furono ricavati edifici che avevano all’interno più appartamenti. Durante i lavori sono previsti scavi archeologici (sull’antica spiaggia estesi su più di 2000 mq) e restauri che sono veri e propri momenti di ricerca e conoscenza. Sono davvero orgoglioso di avere impresso un’accelerazione definitiva a questi progetti che attendevamo da decenni.

Il Decumano Massimo

Ad Ercolano, diversamente da Pompei, sono state rinvenute costruzioni a più piani ed i famosissimi “legni” carbonizzati, perfettamente conservati: dagli elementi architettonici, ad alcuni arredi delle domus, fino ad una barca; dalla biblioteca della Villa dei Papiri, poi, fu estratta una collezione di circa 1800 scritti di filosofia, parzialmente intatta, ancora oggetto di studio presso la Biblioteca Nazionale di Napoli (Officina dei Papiri Ercolanensi). Un caso unico al mondo. Com’è possibile, che tutti questi oggetti si siano conservati per più di duemila anni, nonostante l’eruzione del 79 d.C.?

Lo straordinario stato di conservazione dei materiali organici, così come degli elevati e persino dei tetti degli edifici antichi è dovuto all’azione, insieme distruttrice e conservatrice, dei sei flussi piroclastici che nel giro di poche ore investirono Ercolano ricoprendola sotto una coltre la cui potenza va dai 12 ai 26 metri di spessore. La natura fisico chimica di questi flussi fu tale che l’effetto finale potrebbe essere avvicinato ad una sorta di effetto sottovuoto. Senza ossigeno, benché le temperature abbiano raggiunto un range compreso tra i 500 e i 300 gradi centigradi, il materiale organico non bruciò, mentre i tessuti del corpo umano paradossalmente evaporarono all’istante. Tutti questi dati non sono utili solo per la storia antica ma anche per capire come organizzarsi in vista di future eruzioni.

Nuovi studi, hanno consentito il riconoscimento di un ufficiale della flotta di Plinio il Vecchio, in uno degli scheletri dei fuggiaschi stipati nelle cavità delle fornici sul mare. Mi colpisce moltissimo, il rispetto che ad Ercolano si è dato a questi uomini e queste donne: ai loro corpi, alla loro memoria. Altro “unicum”!

Ercolano è davvero un caso unico perché la documentazione archeologica offre tutti gli elementi per comprendere questa antica comunità: i resti scheletrici delle vittime (sui quali si stanno svolgendo nuove analisi sul DNA degradato); la documentazione epigrafica ufficiale (con le liste dei cittadini di pieno diritto); i graffiti sui muri (che ci restituiscono anche molti nomi degli abitanti che non appartenevano alla élite dominante); i testi filosofici e poetici (biblioteca della Villa dei Papiri); gli archivi privati di ben 8 famiglie importanti della città antica (con le registrazioni degli affari, compravendite, prestiti, persino contenzioso giudiziario); gli alimenti recuperati nelle case, nei depositi e nei negozi; i resti organici recuperati nelle fogne; i ritratti di bronzo e di marmo dei membri della classe dirigente. Ricomporre questo affascinante puzzle è una delle priorità scientifiche del Parco. Noi cerchiamo di contribuire alla ricostruzione storica e la stori, anche quella locale di una piccola comunità, è fatta di persone, Noi vogliamo raccontare questo e non collezioniamo ossa, vasi, pitture e specchi.

Ha a disposizione una capsula del tempo, che le consentirebbe di tornare nella Città di Ercole, prima dell’eruzione. Cosa l’incuriosirebbe maggiormente? Chi vorrebbe incontrare, o cosa le piacerebbe vedere?

Mi piacerebbe andare nella Palestra e nuotare nella piscina cruciforme e subito dopo passerei al panificio di Sesto Patulcio per sentire l’odore di quel pane e dei suoi dolci. Vorrei incontrare una donna e un uomo: Calatoria Themis, la vedova di Petronio Stefano proprietario della Casa del Bicentenario e il bibliotecario della Villa dei Papiri per parlare con lui in greco.

Altra capsula, ma di quelle da interrare, per farla ritrovare al Direttore del nuovo millennio. Quale messaggio gli lascerebbe, in eredità?

“Ti abbiamo trasmesso questo luogo non nostro, né tuo, ma dell’intera umanità. Prendi il testimone e servi questo sito trasmettendolo alle future generazioni senza mai staccarlo dal tuo contemporaneo”.

Un invito a visitare “live” il Parco Archeologico di Ercolano.

Ci sono pochissimi posti nel mondo in cui ci si può immergere in una dimensione di scoperta e di vita quotidiana di un’antica città romana. Ma c’è una sola città che ti accoglie senza darti sgomento, una sola città di cui sei concittadino sin dal tuo primo passo sulla sua antica spiaggia. Sogna il rumore del mare e vivi Ercolano. Il mito con il futuro intorno.

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Eliana Iuorio

"Barocca", nello stile e dannatamente "Contemporanea", nella logica. Totalmente travolta dalla Bellezza di Madre Terra e da tutte le forme d'Arte e Cultura. Avvocato, per professione e blogger, per passione.

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