Undici colpi di pistola contro l’auto dei ragazzi, esplosi “da un abile tiratore, con intento di uccidere, dal balcone di casa sua che è sopraelevato dalla strada 2-3 metri”.
Proiettili sparati dall’alto verso il basso, di cui “quattro hanno colpito il tettuccio, uno ha colpito parabrezza”, gli altri sono finiti nelle campagne. Sparati da una persona che aveva una “fredda” determinazione di uccidere. Descrive così quanto accaduto in via Marsiglia a Ercolano il giudice per le indagini preliminari di Napoli, Carla Sarno, lasciando in cella Vincenzo Palumbo per l’omicidio volontario di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro.
“Le due vittime non potevano avere scampo perché era davvero ridotta la distanza dell’auto su cui viaggiavano”, anche in considerazione della raffica “di colpi di arma da fuoco esplosa da Palumbo, soggetto avvezzo all’uso delle armi in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d’armi”, spiega nella misura che l’AGI ha letto.
Nei video delle telecamere di sorveglianza dei vicini c’è il racconto in immagini della tragedia avvenuta tra 00.25.49 e le 00.28.15 di venerdì.
La chiamata al 112 da parte di Palumbo arriva 26 minuti dopo gli spari: “Sono sceso, li ho sentiti lamentare e non sapendo cosa fare sono tornato a casa e ho chiamato il 112”.
Il gip non crede alla ricostruzione dell’autotrasportatore che ha detto di aver voluto difendere la sua famiglia da un’intrusione in casa sua analoga a settembre “quando i ladri sono entrati in casa”.
Ma c’è il giallo dell’antifurto che non sarebbe mai scattato. Palumbo ha detto di essersi svegliato per la sirena dell’allarme. Ma, quella sera, “l’antifurto non era scattato sicche’ non risulta che si fossero avvicinate persone alla porta d’ingresso di casa del Palumbo”, scrive il gip, non convalidando il fermo ma emanando la misura di custodia cautelare in carcere. Dai controlli esperiti dai carabinieri, infatti, risulta che l’antifurto è stato inserito alle 22.54 di giovedì 28 ottobre scorso e poi disinserito alle 00.28 del 29 ottobre, cioè quando Palumbo è uscito di casa dopo avere sparato.
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