Ernesto aveva 34 anni, era giovane, forte e sano: tuttavia, quest’inverno, Ernesto Biancolino si ammala di bronchite: una malattia non grave, ma subdola, che va tenuta sotto controllo. La mattina del 2 febbraio il medico di famiglia gli diagnostica un’influenza, con un po’ di bronchite, e gli prescrive dei farmaci. Ma la sera Ernesto si sente male: i parenti chiamano un’ambulanza, e Ernesto viene portato all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli.
Ma, una volta giunto in ospedale, l’amara, prevedibile sorpresa: al san Giovanni Bosco, come al Cardarelli, non ci sono posti letto disponibili. Ernesto viene ugualmente ricoverato: lo sistemano in un corridoio, su una barella. La barella però viene piazzata proprio sotto a una finestra rotta. E durante la notte il condizionatore, invece di erogare aria calda, eroga aria fredda.
Il mattino dopo, Ernesto non c’è più. Così un giovane di 34 anni, padre di un bambino, muore di freddo in ospedale a 34 anni. Secondo la famiglia la colpa è dell’ospedale, che ha sistemato Ernesto su una barella piazzata accanto allo spiffero gelido di una finestra chiusa con dei cartoni, e non ha controllato i condizionatori. “Mio figlio si era congelato tutto il lato destro, quello vicino alla finestra rotta, e l’aria condizionata mandava aria fredda invece che calda”.
Un caso che purtroppo rimette prepotentemente sotto i riflettori della cronaca la situazione disperata della sanità in Campania, con ospedali allo sfascio, sporchi e stracolmi, caratterizzati da una continua penuria di posti letto, non più in grado di far fronte alle esigenze dei pazienti, giudicati “spreconi” e tuttavia oggetto di continui tagli da parte della Regione.
La famiglia di Ernesto ha sporto denuncia contro l’ospedale San Giovanni Bosco. A occuparsi del caso l’avvocato Angelo Pisani: “Nessuno purtroppo potrà più restituire Ernesto all’amore dei suoi cari e al suo piccolo bambino. Tuttavia questo non significa che si possano tollerare trattamenti disumani, violazioni dei diritti umani e torture in barella in ogni ospedale napoletano. Ora si dovranno fare accurate indagini e capire di chi è la responsabilità di questo scempio. Siamo già al lavoro per chiedere ed ottenere giustizia”.
“Aspettiamo l’autopsia e speriamo che il governo affronti lo scandalo barelle causa di morti assurde. Lo dobbiamo non solo ad Ernesto e alla sua famiglia, ma anche ai tanti altri innocenti che senza santi in paradiso ogni giorno si trovano a vivere lo stesso, tragico calvario. Situazioni del genere non sono più accettabili in un Paese civile. Dobbiamo fare in modo che tutto questo non accada mai più ed i responsabili della sanità dovrebbero subito dimettersi per far resuscitare il diritto alla salute“. Nel video la testimonianza choc della sorella e le immagini della finestra rotta, chiusa con dei cartoni, che è stata l’assurda causa della morte di Ernesto.
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