Oggi, contravvenendo al solito spasimo della cronaca che ci dilania, del politica che ci affanna, dello sport che ci delizia o delude o tutt’e due assieme… Oggi è bene parlare degli eroi del nulla.
Gli eroi del nulla non sono eroi per caso, come Dustin Hoffman nell’omonimo film.
Gli eroi del nulla sono quelli che nel quotidiano sperimentano il proprio eroismo in silenzio, senza clamori, senza pompa magna, senza benefici né elogi né premi né commemorazioni.
Gli eroi del nulla sono quelli che compiono responsabilmente il proprio lavoro, quelli che soffrono per gli svantaggi economici, quelli che patiscono il silenzio delle istituzioni, quelli denigrati o sottovalutati ma che, fieramente e a proprio rischio compiono il lavoro per cui sono chiamati, il lavoro per cui sono pagati o sottopagati.
Gli eroi del nulla sono quelli che non si sottraggono al proprio ruolo anche se svantaggiati, anche se sottostimati, anche se agli occhi delle istituzioni valgono meno di zero.
Ne conosco tanti, ma di essi non si parla.
Al massimo, come nel caso del nubifragio di Benevento, si cita il loro nome puntato perché morti sotto le macerie o travolti da un cavo elettrico o sommersi dal fango mentre davano il proprio respiro per offrire una speranza a quello di quanti sono riusciti a a salvare.
Oltre un nome e un cognome, niente di più.
Sommersa la morte come, probabilmente, la vita se non nell’affetto dei loro cari. Però loro erano lì mentre tutto crollava sotto la violenza dell’acqua e del fango nonostante non ne fossero i responsabili né la causa.
Oltre un nome il silenzio. Come se tutto fosse dovuto… è forse lo è perché ciascuno ha la responsabilità del mestiere che fa.
Tutti sono responsabili della propria posizione, anche quelli che piangono su se stessi per quello che non hanno senza dichiarare quello che hanno.
Vale per tutti, anche per quelli che prestano il proprio cartellino affinché sia timbrato da altri mentre si godono la giornata è il tempo pagato e lavorato da litri… o per quelli che si prestano a timbrarlo al loro posto nel gioco malefico del “è furbo chi fotte”, scusate il francesismo, ma è un gioco molto diffuso che di elegante ha veramente poco.
Gli eroi del nulla, ce ne sono tanti…
Penso a tutti quegli insegnanti che in un tempo in cui la scuola muore persa nel peso economico di una sovrastruttura fragile, spessore e senza anima, continuano a svolgere il proprio ruolo di formatori… continuano a insegnare che la vita vale la pena di essere vissuta nonostante le bugie e l’effimero che circonda la persona umana.
Insegnare la vita dove i valori muoiono, insegnare un senso dove non c’è che il privilegio dei pochi che sfruttano il tributo dei più.
Gli eroi del nulla…
Penso al coraggio di quelli che marciano per il diritto in un tempo (di-) storto…
A quelli che sanno chiamare per nome le persone e le cose sorrette dalla dignità dello sguardo e delle azioni. A chi, a rischio della propria vita, inventa il pensabile e l’impensabile per strappare di strada ragazzi a rischio mentre altri li illudono del potere che dà il denaro distruggendone il senno e la direzione.
Gli eroi del nulla sonno tanti, ma non fanno audience, non fanno vendere di più né rispondono al comando del dio denaro.
Gli eroi del nulla sfuggono la visibilità ricercata di chi non ha null’altro da offrire che il proprio volto truccato o il vestito griffato. Gli eroi del nulla non sanno di essere eroi ricordano soltanto di essere umani e di dover rispondere con coscienza a se stessi per poter posare lo sguardo sul volto di un altro.
Gli eroi del nulla, infatti, spariscono appena il loro nome è stato pronunciato e talvolta profanato da chi di quell’azione si fregia pur non avendola pensata o organizzata.
Gli eroi del nulla spariscono nel vuoto, ma continuano a marciare silenziosi e non temono gli sguardi né li desiderano perché la loro dignità vola più in alto, troppo più in alto di chi se ne fa gioco. Continuano a marciare, sebbene soli, sebbene spenti in un ricordo che si fa memoria e che dà speranza che ancora esistano uomini buoni.
di Loredana De Vita