Erri De Luca per Charlie Hebdo. Non poteva mancare, dopo i drammatici fatti avvenuti in Francia che riguardano l’attentato alla sede parigina della rivista satirica Charlie Hebdo che hanno sconvolto il mondo, anche il commento in merito di Erri De Luca. Lo scrittore partenopeo ha voluto esprimere la sua vicinanza alle vittime. E, tra le vittime dell’attentato a Charlie Hebdo, ce n’è soprattutto una che, secondo lo scrittore, tutti possiamo e dobbiamo difendere: la libertà di espressione.
“Morire con la matita in mano, la scatola dei colori, mentre si sta disegnando lo sgambetto a una qualche tirannia, con lo strumento insuperabile del sorriso. Avranno alzato gli occhi dal foglio di fronte agli assassini incappucciati, incapaci di farsi guardare in faccia. Avranno alzato gli occhi e non le mani. Si sa di nuovo oggi con feroce esattezza che l’ ironia è il peggiore nemico dei fanatici. Io vengo dal paese del pernacchio. Reprimo ira e lacrime per far risuonare forte il mio sberleffo contro chi crede di uccidere l’ ironia. La strage non si limita a minacciare la libertà di critica. Mira a ferire la libertà in se stessa, data per immorale dagli assassini. L’ Europa è nata contro i fascismi, le tirannie, le loro guerre di conquista. I cittadini d’Europa sono l’osso più duro con cui si cimenteranno gli scopi degli assassini di Parigi”.
Un tema sensibile, quello della libertà di critica e di espressione, per lo scrittore napoletano, denunciato e processato per istigazione al sabotaggio in merito alla vicenda No Tav. “Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”.Questa la frase incriminata, pronunciata durante una diretta televisiva mentre si parlava di No Tav, per la quale Erri De Luca è stato accusato. Un reato di opinione: “Mi processeranno a gennaio. Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processane uno per scoraggiarne cento: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. È un silenziatore e va disarmato“, disse lo scrittore dopo la denuncia.
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