L’esperienza sui campi di ESTATE LIBERI dovrebbero farla tutti almeno una volta nella vita, specie quei giovani che non sono sensibili all’argomento, o che se ne sentono lontani.
Ogni anno l’associazione LIBERA nomi e numeri contro le mafie organizza E!STATE LIBERI, campi di volontariato e formazione civile con l’obiettivo di diffondere la cultura della legalità e giustizia sociale, contrapponendosi alla cultura della violenza e del ricatto sociale.
I giovani che scelgono di fare questa esperienza, traducono la volontà di concretizzare il loro impegno in fatti concreti e in azioni ed esperienze di responsabilità condivise.
Estate Liberi: ecco cos’è
È con questo spirito che abbiamo cercato di condividere una giornata sui campi con i ragazzi ospiti ad Ottaviano insieme alla Cooperativa Sociale Ottavia ed ai rappresentanti di Legambiente che ha sede nel Castello Mediceo, confiscato a Raffaele Cutolo noto esponente della Camorra e capo della NCO che portò un’ombra negativa con le sue azioni criminali su tutto il territorio campano.
L’esperienza sui campi si divide in 3 momenti principali :
– il lavoro agricolo o la risistemazione del bene confiscato in cui si è ospitati;
– la formazione sulle tematiche di contrasto alle mafie e testimonianze dirette;
– l’incontro con i rappresentanti delle realtà territoriali ed i familiari delle vittime innocenti per uno scambio interculturale.
I ragazzi, al nostro arrivo erano in pausa pranzo nel giardino di Legambiente, intitolato a Mimmo Beneventano, medico e sindacalista di Ottaviano ucciso dalla camorra perché le sue denunce ne fecero un personaggio scomodo,decretando la sua morte per volontà della NCO il 7 novembre 1980. Alla sua memoria, oggi sono intitolate nel comune una strada e la scuola elementare di Ottaviano, oltre che un noto premio letterario.
Più tardi il gruppo è stato raggiunto da Pasquale Raia, medico veterinario, cognato di Mimmo Beneventano e da Antonio D’Amore, referente provinciale di Libera Napoli.
Pasquale Raia ha spiegato il programma del pomeriggio, liberare dei falchetti ritrovati feriti per conto di terzi o da soli accidentalmente. Dopo le cure adeguate essi vengono liberati nel loro ambiente naturale. Con l’aiuto delle spiegazioni del dottore i ragazzi hanno assistito e collaborato alla liberazione degli uccelli, mostrando interesse e soddisfazione, la liberazione è avvenuta nel piazzale ai piedi del Castello.
Al ritorno nella sede di Legambiente abbiamo incontrato Rosalba, sorella di Mimmo Beneventano per testimoniare sulla memoria e l’impegno del fratello. I familiari delle vittime si prestano spesso a queste testimonianze, traendo la forza per farlo dal loro stesso dolore.
Fondamentali le spiegazioni date ai ragazzi circa le dinamiche che colpiscono le aziende che vengono confiscate alle mafie e di conseguenza le ricadute sull’economia e sui lavoratori.
Una parte delle notizie è stata integrata da Antonio D’Amore che ha spiegato si ragazzi le campagne di Libera, tra cui RIPARTE IL LAVORO, una serie di proposte di legge sulla regolamentazione delle agevolazioni per i lavoratori delle aziende confiscate.
Antonio si è soffermato sull’aspetto criminale che assume il datore di lavoro camorrista che tende sempre a non pagare e non dichiarare quanto dovuto ai lavoratori e allo stato.
Alla fine è stato dato voce al resoconto della settimana bei campi estivi, ognuno ha espresso esperienze, motivazioni, impressioni, lamentele e complimenti, seguiti da una serie di suggerimenti richiesti da Antonio D’amore per migliorare sempre di più la permanenza di questi giovani nei campi sui beni confiscati.
A seguire la cena preparata nel pomeriggio, tutto graditissimo dai giovani ospiti ed anche da noi che siamo stati invitati.
Molti non sono nuovi ai campi, alcuni invece sono alla prima esperienza e pensano già di ritornare, chi l’anno prossimo e chi invece per la giornata chiusura dei campi.
Con noi di Roadtv le testimonianze di Matilda Tulipano (Genova ) e Nicolò Elia Frustaci (Bologna).
Paola Cipolletta
La testimonianza di Matilda Tulipano: “Tornare al campo di Ottaviano è stato come tornare a casa“
“Scelsi di tornare a questo campo per ricordare a me stessa le promesse che mi ero fatta, per imparare ancora, per ritrovare la forza di non arrendermi mai. E così è stato.
Tutto in questo campo mi ha fatto venire voglia di vivere e di lottare, di non mollare mai, di combattere. E’ stata un’esperienza che mi ha sconvolto e stravolto la vita. Non puoi più rimanere indifferente dopo aver sentito la storia di Luciana, a cui hanno ammazzato il marito, l’amore della sua vita, durante uno scontro a fuoco. O la storia di Francesco, che ancora bambino si è visto morire la mamma tra le braccia. Non puoi tornare a casa e guardare la tua terra allo stesso modo dopo aver visto i quintali di spazzatura abbandonati nel Parco Nazionale del Vesuvio. Non puoi rivedere i tuoi amici senza pensare a quelli che Umberto si è visto scivolare via dalle mani e finire a lavorare per i camorristi. Non puoi più evitare di adempiere ai tuoi doveri con onestà, dopo aver incontrato Enrico, che per aver fatto il suo dovere si è trovato due proiettili in macchina come monito. Non puoi più mancare di rispetto ad un animale, dopo aver liberato quelle specie protette che i mafiosi avevano catturato per puro piacere personale.
Andare ad Ottaviano mi ha sconvolto la vita e tante volte mi ha fatta sentire piccola ed impotente di fronte a quell’immensa montagna di merda che è la mafia. Ma mi ha anche dimostrato come l’onestà, l’impegno, il ricordo e la fedeltà di ogni giorno riescano a stravolgere le cose, e soprattutto mi ha insegnato che l’unico modo per salvare davvero il mondo è partendo dalle persone, non abbandonandole nell’affrontare le minacce, la paura o semplicemente la solitudine“.