Fabio Cannavaro: “Allenare il Napoli? Un sogno, ma non ora”

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Fabio Cannavaro

Fresco di rescissione consensuale con i cinesi del Guangzhou, e dopo otto anni da globetrotter in giro per il mondo a fare esperienza (tanta Cina, ma anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi), Fabio Cannavaro ha voglia di cimentarsi col campionato italiano e lancia la sua candidatura per una panchina.

Nessuna preclusione verso l’estero, anche se l’ex Pallone d’oro mette l’Italia in cima alle sue preferenze: “Vorrei rimanere in Europa – sottolinea – nelle scorse settimane ci sono stati dei contatti con società di serie A che mi hanno chiamato, ma non dico no neanche alla serie B o a una squadra Primavera. Vedremo. Quando una società ti chiama è giusto ascoltarla, anche subentrare può essere gratificante. Non chiudo le porte a nessuno, ho solo tanta voglia di allenare e proseguire nel mio percorso mettendo a frutto l’esperienza importante maturata in questi anni. Il mio modulo preferito è il 433, ma negli ultimi tempi in Cina ho sperimentato anche il 3421 che facevo a Parma con Malesani e devo dire mi sono divertito tanto. Lui, Capello e Lippi sono i mister che ho avuto ai quali mi ispiro di più”.

Per un napoletano come lui allenare la squadra della propria città è il sogno nel cassetto: “A chi non piacerebbe? Io sono sempre stato tifoso del Napoli, per me sarebbe una doppia soddisfazione, ma in questo momento il Napoli ha un buonissimo allenatore come Spalletti che sa di calcio, oltre ad essere una bravissima persona, e questo è l’importante”.

A dispetto del suo passato da grande difensore il Cannavaro allenatore predilige l’attacco alla difesa: “Le mie squadre segnano sempre tanto – spiega – in Cina il mio Guangzhou aveva il record di gol segnati. Oggi non si difende più come una volta – l’analisi di Cannavaro – ai difensori si chiede di giocare di più la palla e c’è meno attenzione per la marcatura. Faccio fatica a individuare tre difensori che mi piacciono. Tuttavia dico Koulibaly, Van Dijk e Sergio Ramos tra quelli che interpretano ancora il ruolo in un certo modo”. (ANSA)