‘‘Un’esperienza bellissima e particolare che lascia un segno dentro di se’ molto profondo e che ti rende consapevole di quanto importante sia il dono della vita”: lo diceva Fabrizio Frizzi, fiero di uno dei gesti più nobili della sua esistenza, la donazione di midollo osseo, nel 2000, che salvò la vita ad una donna siciliana, all’epoca una bambina, Valeria Favorito, di Erice, Trapani. Testimonial dell’Associazione donatori di midollo osseo (Admo), Frizzi ha sempre vissuto con pudore e timidezza gli aspetti più privati della sua vita.
Fabrizio Frizzi: “Un’esperienza che lascia un segno dentro di sé”
Una dote speciale che tutti gli hanno sempre riconosciuto senza mezzi termini è l’eccezionale generosità, la stessa che lo portava ad accompagnare i malati in carrozzella a Lourdes come volontario Unitalsi o a condurre eventi di beneficenza, da quelli più visibili come Telethon e le raccolte fondi per Airc a quelli lontani dai riflettori tv come la cena organizzata ogni anno a Roma, il 5 gennaio, dal medico Ivo Pucini in favore dei bambini cardiopatici del terzo mondo.
Per Valeria Favorito, nata nell’ ’88, la vita è ricominciata grazie a Frizzi dopo la diagnosi di leucemia mieloide acuta. Dopo anni di ricerca di un donatore compatibile, finalmente da Roma qualcuno disse ‘Sono pronto‘. Era Frizzi. “La generosità è una parola con cui tanti si riempiono la bocca, tu invece in silenzio, con semplicità e riservatezza, lo hai fatto davvero. Ora il mio sangue è il tuo sangue”, disse la donna dopo la felicità riconquistata, aggiungendo con commozione: ‘Ogni giorno ringrazio Dio per avermi fatto rivivere la vita grazie a te‘.