Il 5 maggio 2023 Echos Edizioni pubblica un libro, “Fantasmori”, dell’autore Luigi Vittorio. Il titolo e la copertina mi hanno intrigato fin da subito, è stato un classico colpo di fulmine. Eh sì, perché, contrariamente a ciò che magari si può immaginare dal titolo, non è un giallo né un libro horror, ma una continua ricerca di sé da parte di un 40enne, Edo per la precisione. Fin dalle prime pagine mi sono un po’ rivisto, di come ero io e magari chissà quante persone fino a qualche anno fa. E, sembrerà strano, ho subito accostato il testo ad una canzone, “Gli Anni” degli 883 per la precisione.
Edo è un classico “uomo d’amore” per dirla alla Luciano De Crescenzo, vive d’amore e per l’amore, un’arma a doppio taglio a guardare bene … eh sì, perché è alla continua ricerca di una persona a cui aggrapparsi: l’amore materno prima, una fidanzata storica poi. Succede che però un rapporto può anche terminare, come nel suo caso. A questo punto, decide di compiere il grande passo, andare a vivere da solo, staccando così il cordone ombelicale. Ma fino a che punto? Questa è la domanda che mi sono posto! Sì, perché lui si ritrova a combattere tra ciò che ha rappresentato la sua gioventù con quella attuale, fatua, superficiale, priva di sentimenti! E tra questi c’è l’Amore, non più quel dolce e romantico sentimento che lui ha conosciuto, ma un qualcosa di sfuggevole ormai tra i ragazzi di oggi, inafferrabile. E così Edo si trova inizialmente in seria difficoltà, notando nei vari locali che rifrequenta con i suoi storici amici che ormai tra i giovani tutto è relativo, si trova disorientato! Ma poi decide di addentrarsi in questo nuovo contesto sociale, inizia a frequentare varie ragazze ( tutte rigorosamente con rapporti molto soft, privi di legami veri ): in ognuna di loro vede un aspetto che lo soddisfa … ma non abbastanza. Sono solo dei fantasmi di ciò che immaginava. Un aspetto dell’Amore di oggi viene ripreso più volte in Fantasmori, e mi ha fatto tornare alla mente un’altra canzone di noi classe “vintage”: ecco, una vecchia canzone di Antonello Venditti diceva “ … e non c’è sesso senza amore … “ ma è una pratica molto usata al giorno d’oggi. La tendenza ad essere “amici di letto” è una scelta vera e propria, legata al desiderio di avere un partner sessuale regolare senza perdere la testa; una relazione leggera, senza i vincoli della coppia e senza le fitte di sentimenti profondi. Sembra una buona idea a prima vista ed è per questo che la pratica continua a diffondersi, ed ha una regola ben precisa: nessun attaccamento amorevole e nessun obbligo o responsabilità, tutti devono sentirsi liberi.
Un aspetto più di tutti mi ha colpito di quest’autore, la sua innata capacità di scrutare nel profondo aspetti di vita reale, aspetti sociologici nel vero senso della parola. Sia nel suo primo libro “Adultescenza” che ora in “Fantasmori”, ha approfondito un po’ la vita dei giovani di oggi a 360°! Ecco, ad esempio, prendendo in esame i giovani di oggi e la loro maturità, mi viene da pensare che, a parte alcuni casi in cui è il giovane a non voler crescere, ma nella maggior parte dei casi il giovane non può crescere! Troppe insicurezze, troppe instabilità e sotto tutti i punti di vista, compreso quello lavorativo! Forse stanno pagando ciò che è stato ereditato dai genitori, la realtà del cosiddetto boom economico. Loro si può dire che hanno vissuto un mondo florido, dove a 18 anni ad esempio ci si poteva emancipare perché subito si trovava lavoro, e di conseguenza si poteva pensare a metter su famiglia propria. Ma oggi? Non voglio trovare alibi, ma se nessuno dà la possibilità di diventare grandi, come si fa a diventarlo? “I giovani di oggi sono molto superficiali e poco sensibili“. Oppure “Le nuove generazioni non sono una garanzia per il futuro, sono svogliati, pigri, vuoti di ideali e privi di valori“. Queste sono alcune frasi che sentiamo in continuazione, ma è davvero così? Io non credo, è solo un pregiudizio, uno stereotipo, non è la realtà. Tornando a noi, le vicende del romanzo iniziano con una serata in un locale e terminano in un locale, con la differenza che inizialmente il protagonista è confuso, nel finale riacquista consapevolezza di sé e di cosa vuole … Ecco, il passato è passato, il ricordo del passato può essere bello o brutto, ma non esiste più, magari si è fantasticato troppo su ciò che immaginavamo essere magico, ma in realtà sono solo Fantasmi …
Ho incontrato Luigi Vittorio più volte in questi mesi, di cui l’ultima proprio pochi giorni fa, alla Mondadori bookstore di Giugliano ( Na ), in occasione della presentazione del suo libro di cui ho fatto da moderatore. Ho estratto per i lettori di RoadTv Italia alcune domande che gli ho posto nell’intervista:
Luigi, l’avvocato con la penna, già al secondo libro e già ad un . nuovo successo di vendite … chi è Luigi Vittorio?
Boh e chi lo sa ? Se lo sapessi, probabilmente avrei finito di scrivere. A parte gli scherzi, sono una persona che giorno per giorno fa i conti con questo mondo, cercando di capirne i meccanismi e le dinamiche, qualche volta riuscendo e qualche altra volta fallendo, senza demordere.
E’ vero che sono un Avvocato, ma non voglio identificarmi con il mio lavoro, che, per me, dovrebbe essere un mezzo.
L’Amore al giorno d’oggi sembra sia diventato un gioco quasi, un semplice strumento di gratificazione personale … come mai il più nobile tra i sentimenti sta diventando così “liquido”?
In verità, a mio parere, lo è sempre stato. E’ il concetto stesso di Amore a prestarsi a interpretazioni ed a strumentalizzazioni. Quante volte si è scambiato il concetto di amicizia con quello dell’Amore? Talvolta a buon diritto, altre volte per opportunismo. Ci si riempie la bocca della parola Amore con troppa leggerezza, piegandola alle proprie esigenze. Poi c’è la paura, perché alcuni credono che aprire il cuore ad un’altra persona ci renda più vulnerabili, la parte debole, quindi si fa a gara a chi si allontana di più per non soccombere. Sono naturalmente storture che andrebbero evitate, ma tant’è. A volte si arriva a negare di provare attrazione verso un’altra persona senza spiegazioni, come se fosse addirittura disdicevole.
Fantasmori, dopo Adultescenza, è il tuo secondo libro, e affronti, in entrambi i testi, il tema dei cosiddetti “giovani adulti” o “diversamente giovani”: come mai questa scelta?
Perché, almeno per ora, come ti dicevo, cerco di leggere la realtà e precisamente la realtà della mia generazione che ha vissuto la crisi economica, la crisi dei sentimenti, che è passata da genitori che si sono sposati poco più che ventenni a diventare quarantenni ed anche cinquantenni ancora inespressi ed incompleti. Proveniamo da anni in cui ci si incitava ad essere “qualcuno” a “fare carriera”, ma non venivano dati gli strumenti per farlo, persi tra ciò che era richiesto socialmente e quello che effettivamente si poteva fare.
Temi come quelli citati prima e poi anche ora sono aspetti molto seri della nostra società, ma tu hai una gran bella abilità nel raccontarli in maniera molto scorrevole, piacevole …
Ti ringrazio per le belle parole. Cerco di non prendermi mai sul serio e di raccontare temi “seri” in modo leggero per non appesantire la fruizione del racconto. Io sono un grande fan della commedia all’italiana, quella vera, anni 50, 60 e 70, non parlo di cinepanettoni o commedie scollacciate, per esser chiari. Parlo di Gassman, di Tognazzi, di Sordi, di Manfredi. Quei film trattavano argomenti pesanti e seri, in modo leggero e addirittura comico. Ecco così, per me, va raccontata la realtà.
Quanto c’è di tuo vissuto in Fantasmori?
Tutto quello che scrivo più che dal vissuto personale nasce dall’osservazione della realtà che mi circonda, che, come ti dicevo prima, cerco di interpretare plasmandola nelle storie che scrivo, forse per averne una maggiore comprensione, forse per intendere quello che non riesco.
Tra le varie donne che segnano il percorso di Edo appare Nunzia, una sorta di inconscio parlante per il protagonista … come mai questa scelta?
Questo non posso dirlo, altrimenti rivelerei gran parte della chiave di lettura di Fantasmori. Proprio Nunzia è il personaggio che maggiormente si lascia andare ad interpretazioni. Questa possibilità che ognuno ha di dare un senso personale al personaggio lo rende importante e soprattutto fondamentale per la relazione che si crea tra romanzo e lettore.
Una relazione leggera, senza vincoli, e come collante c’è solo sesso … la domanda che ci si può porre pensando ad una circostanza simile è molto semplice: perché? Perché si sceglie di avere un partner sessuale privo di una relazione sentimentale stabile? Per solitudine? Insoddisfazione?
Per narcisismo. Per egoismo, per superficialità, per paura.I motivi possono essere tanti e la maggior parte non propriamente positivi. Si può anche, concordemente scegliere di essere “trombamici” come si dice oggi, però non è mai soddisfacente come rapporto. Sicuramente non avere la responsabilità di un’altra persona, per dirla come Fromm, rende il rapporto più semplice, ma anche meno gratificante, almeno dal mio punto di vista. Poi ci sono quelli che fanno la collezione, come con le figurine, ma a loro consiglio il terapista o addirittura lo psichiatra.
I giovani descritti nei tuoi libri sono un po’ dei “Peter Pan”, o coloro che spesso vengono definiti bamboccioni, coloro che non vogliono crescere, dimenticando che in una società come la nostra così difficile è un’impresa poter crescere: “Le nuove generazioni non sono una garanzia per il futuro, sono svogliati, pigri, vuoti di ideali e privi di valori”. Queste sono alcune frasi che sentiamo in continuazione, ma è davvero così?
Io faccio parte della generazione X, quella che viveva alla giornata priva di ideali e prospettive. Basti però dire che gli ideali che ci propinavano erano quelli del successo a tutti i costi e del denaro come divinità imperante. La mia generazione è vissuta nella totale incertezza del futuro, lì dove sono stati messi in crisi gli schemi delle generazioni passate (crescita, lavoro, matrimonio, figli, nipoti, morte) per nuovi equilibri non sempre stabili. Siamo abituati a dire che le generazioni che vengono sono peggiori di quelle che sono state proprio perché hanno meno voglia di lavorare o di crescere. Non è così, la voglia c’è, a volte però ci si scontra con la mancanza di mezzi. Uno stato sociale dovrebbe munire il cittadino dei mezzi per realizzarsi, ma a volte lo Stato pare guardare da un’altra parte.
Ti faccio un’ultima domanda, per me ormai di routine per le interviste che faccio spesso ad autori: immagina te stesso in una libreria, noti delle persone verso uno scaffale dove ci sono vari libri tra cui Fantasmori. Loro sono indecisi su quale acquistare. Che consiglio daresti per invogliare a leggere proprio il tuo libro?
Questa è la domanda più difficile perché non son il tipo che si sa “vendere”. Probabilmente direi quello che la mia compagna disse ad una ragazza al Campania libri Festival, riuscendo a far comprare poi il libro. Direi che parla di Amore, di Amori storti, oggi si direbbe tossici, di Amori profondi, di Amori che sembrano solo fantasmi, nati più per alimentare la nostra autostima che per effettivi sentimenti. Parla però anche di Amore vero quello che si può trovare in una persona reale e non in una persona ideale. Ecco forse il problema è questo: ognuno di noi ha un ideale di persona di cui vorrebbe innamorarsi, ma, come si sa, ciò che è ideale non è reale.
La mia intervista si chiude qui. Consiglio vivamente a tutti di poter acquistare Fantasmori, un libro che fa riflettere, tanto, su tematiche inerenti la classe dei giovani di oggi e non solo. Ad maiora Luigi!