
Fari diventano hotel di lusso, una trasformazione che sarà resa possibile dal progetto dell’Agenzia del Demanio per la concessione ad investitori privati di 11 fari che potrebbero rinascere come nuovi alberghi turistici. La lista dei fari pronti ad essere dati in concessione è lunga: si va dal Faro di Brucoli ad Augusta (in provincia di Siracusa) a quello di Murro di Porco a Siracusa, da Capo Grosso nell’Isola di Levanzo (Trapani) a Punta Cavazzi ad Ustica, da Capo d’Orso a Maiori (Salerno) al Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (Napoli), fino a quello di San Domino alle Isole Tremiti (Foggia). Ai quali si aggiungono 4 fari messi a disposizione dal ministero della Difesa: due sull’Isola del Giglio, Punta del Fenaio e Capel Rosso, uno alle Isole Formiche (Grosseto) e quello di Capo Rizzuto (Crotone).
Fari diventano hotel di lusso: le parole del ministro Roberta Pinotti
“L’attività di segnalamento rimarrà – afferma il ministro Roberta Pinotti – non dismettiamo il patrimonio, lo rendiamo utile senza porre alcun limite operativo“. Lo strumento utilizzato per la valorizzazione sarà la concessione fino a 50 anni a operatori che possano sviluppare un progetto turistico dal potenziale economico per tutto il territorio, in una logica di partenariato pubblico-privato. Finora, una simile trasformazione, è stata sperimentata solo per Capo Spartivento, in Sardegna, per cui il Demanio incassa un canone di concessione di 100.000 euro l’anno.
In seguito ai dovuti accertamenti, l’Agenzia si aspetta di ricavare dall’operazione 700.000-800.000 euro l’anno. “Quello presentato oggi – ha proseguito Reggi – è un primo blocco. Ci sono altri 40 fari gestiti dal Demanio e qualche altra decina in uso al ministero della Difesa che potrebbero essere pronti ad essere messi in rete“. Due mesi, quindi, a partire da oggi, per mettere a punto i bandi di gara da pubblicare in autunno e da concludere a inizio 2016.