“Fate badminton, non fate l’amore”. L’iniziativa di Hong Kong che suscita critiche

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"Fate badminton, non fate l'amore". L'iniziativa di Hong Kong che suscita critiche

Praticare sport come distrazione dagli impulsi sessuali prematrimoniali. Sei su Scherzi a Parte? No, è la pura verità, è ciò che emerge da un documento ufficiale divulgato agli studenti di istituti primari e secondari di Hong Kong. Iniziativa all’apparenza antiprogressista agli occhi di chi si è ritrovato a leggerla, sembrerebbe priva di ogni logica, soprattutto considerando che è stata ideata nel 2024, in un mondo che ha ormai superato da un pezzo determinati tabù, soprattutto dal punto di vista sessuale, ma che in realtà ha una sua logica ben precisa. In tanti potrebbero pensare quale sia, giustamente: in pratica, e proprio alla vigilia del nuovo anno scolastico, il governo, con un documento ufficiale di più di 70 pagine, ha creato una sorta di manuale di disciplina sessuale, una serie di consigli per ridurre al minimo gli impulsi sessuali dei ragazzi (cosa che potrebbe già di per sé apparire come uno scherzo visto che nel periodo dell’adolescenza i giovani si ritrovano in piena “tempesta ormonale”). Tra l’altro nel documento si leggono anche frasi del tipo “Gli amanti che non sono in grado di affrontare le conseguenze del sesso prematrimoniale, come la gravidanza fuori dal matrimonio, le conseguenze legali e il disagio emotivo, dovrebbero rifiutarsi fermamente di fare sesso prima del matrimonio”. Una decisione che ha suscitato aspre critiche non solo nello stesso Paese, ma anche da parte dei vari governi internazionali, del tutto increduli sul come sia possibile che uno Stato possa ancora pensare di frenare stimoli del tutto naturali, e non dare magari delle vere e proprie lezioni di educazione sessuale. Un documento ufficiale su questo argomento poteva magari essere apprezzato se avesse contenuto ad esempio delle lezioni sui possibili rischi di malattie sessualmente trasmissibili, oppure se fossero stati inseriti degli insegnamenti sull’importanza del consenso, del rispetto e parità di genere … ma nulla di tutto questo è stato, semplicemente delle regole autoritarie sulle repressioni dei propri impulsi, e dando come consiglio il dover praticare sport (il badminton per la precisione). La cosa che poi fa più rabbrividire è che è stato addirittura realizzato un modulo, intitolato “My Commitment”, che gli studenti devono compilare e firmare impegnandosi a non oltrepassare certi “limiti di intimità” con il proprio partner, a sviluppare “l’autocontrollo e l’autodisciplina” e a “resistere alla pornografia”. Difficile, secondo molti, resta capire come sia venuta questa idea… Ora però sono tutti pronti a gridare allo scandalo, tutti pronti a scagliare la prima pietra, senza guardare e non voler guardare nel proprio orto: ok, nelle società avanzate culturalmente come la nostra, certi limiti e tabù sono superati ampiamente, ma a che prezzo? In Italia, ad esempio, l’educazione sessuale non è trattata proprio dalle scuole, o almeno solo in parte, un grave deficit che lascia i giovani privi di informazioni essenziali su consenso, sicurezza sessuale e dinamiche relazionali. Per non parlare poi delle stesse famiglie! E allora? Come fa un giovane a scoprire la propria sessualità, come fa a capire le “regole del gioco” senza incorrere in rischi? Semplice, lo fa attraverso informazioni del tutto non sicure provenienti dal web, dai social, dal “dottor internet” in pratica: si verificano così comportamenti sessuali inappropriati ed episodi di violenza che stanno dilagando a macchia d’olio. Non sarebbe meglio via di mezzo tra censura e dialogo?

Sta di fatto, però, che con questa decisione il governo di Hong Kong ha decisamente fatto un passo nel passato, rendendolo molto attuale. Vabbè, vado a fare una partita di badminton per non pensarci.