di Vincenzo Palumbo
La serata inaugurale del Festival di Sanremo si è aperta sulle note del ”Va pensiero”, l’aria più famosa del Nabucco di Giuseppe Verdi, ma proseguirà con un atmosfera ed un’aria molto più pesante.
Subito dopo l’esordio pimpante della Littizzetto che inaugura la serata con una preghiera a San Remo piena di battute e doppi sensi, sui divieti all’uso di parolacce e sul pieno rispetto della par condicio. “Caro Santo Remo – ha letto – fai che non mi venga mai in mente di fare rime mentre presento Gualazzi. Meno male che non c’è Samuele Bersani, sennò bisognava trovare un Samuele Monti e un Samuele Berlusconi“. La Luciana continua il suo monologo iniziale “Dopo la neve, le polemiche politiche e le dimissioni del Papa manca solo la pioggia di rane e lo sbarco degli alieni ad Arma di Taggia”. Così come a “Che tempo che fa” immancabile le battute e le minacce a Fazio: “Faccio subito vedere la farfallina o fai vedere tu il lombrico?”.
Alla fine una promessa. “Non pronuncerò mai il nome di un politico e nemmeno parole che cominciano per Ber. Al massimo dirò Ber-saglio, Ber-tuccia. Né parole che finiscono con Oni. Invece di Maroni dirò beige e invece di Casini dirò puttanaio”. Immancabile la battuta sull’Imu: “I soldi della restituzione li vorrei prima delle elezioni…”.
Maurizio Crozza ha avuto un’esordio un attimo più difficoltoso, dopo la sua uscita in scena nei panni di Silvio Berlusconi versione chansonier e distributore di soldi non suoi ma degli italiani; “Prendete questi soldi tanto non sono i miei, sono i vostri: quelli avanzati dalla ricostruzione dell’Aquila” ed ancora “Adesso che cosa volete che faccia? Totò o tagliare i fondi alla scuola pubblica? Per me è la stessa cosa, sono dieci anni che faccio entrambe le cose” Giusto il tempo di una canzone “formidable” (che si trasforma in condannable, imputable e culona intrombable), che immediata scatta la contestazione di una parte del pubblico.
Dopo alcuni minuti d’imbarazzo, d’insulti pesanti (vattene fascista – no politica a sanremo – vai via) e l’impossibilità da parte del comico genovese a proseguire, ad intervenire è il presentatore Fabio Fazio. Lo fa per chiedere ai contestatori di calmarsi e solo dopo l’uscita di alcune persone dal teatro e di una in particolare (sarei curioso di conoscerne il nome – ndr) con un coro di “Fuori” rivolto al contestatore.
Lo spettacolo di Crozza riprende con qualche tentennamento e con una bottiglia d’acqua stretta in mano segno di evidente nervosismo. Dopo poco il comico riparte prendendo di mira tutto lo schieramento politico con imitazioni di Bersani (bella la battuta finale con l’atteso riferimento al Papa: «Sai qual’è la sfiga di Bersani? Che se anche vince le elezioni, il 28 si dimette il Papa e lui è sempre la seconda notizia), Ingroia, Luca Cordero di Montezemolo e “frecciatone” a Monti, Lega e Vendola, lasciando però fuori dal suo intervento, esclusi i piccoli schieramenti, Beppe Grillo: ci chiediamo qual è il motivo di tale esclusione?
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