Fedez, la Rai e i fatti del Primo Maggio. La richiesta di essere ascoltato è arrivata a quanto apprende l’Adnkronos a Viale Mazzini sul contenzioso con la Rai legato al Concertone del Primo Maggio. Come noto, infatti, per il rapper ci sarebbe stato un tentativo di censura da parte dell’Azienda di Servizio Pubblico, mentre la Rai, per bocca del direttore di Rai3 Franco Di Mare, ha parlato di manipolazione dei fatti a parte dell’artista e ha respinto ogni accusa di censura.
Parlando con l’Adnkronos il presidente della bicamerale Alberto Barachini lo definisce “un caso senza precedenti“. “Sottoporrò, quindi, tale richiesta alla Commissione e chiederò a lui se esistono elementi ulteriori sul caso“. A quanto apprende l’Adnkronos, dopo aver ricevuto la richiesta di audizione da parte del cantante Fedez sul caso del Primo Maggio, ha inviato una lettera all’artista, chiedendogli di fornire alla Commissione, “ove lo ritenesse opportuno, una memoria, in cui siano evidenziati ulteriori fatti o circostanze che abbiano un elemento di novità rispetto a quanto già reso pubblico fino ad oggi, in modo da mettere in condizione la Commissione di esprimersi compiutamente in relazione alla sua richiesta“.
Nella stessa missiva il presidente ha evidenziato come la Commissione abbia tra le sue funzioni fondamentali quella di vigilare sul rispetto, da parte della Rai, dei principi di imparzialità, indipendenza e pluralismo ed è per questo che, a fronte delle accuse di censura (la quale configurerebbe una violazione di tali principi), la bicamerale ha deciso di ascoltare la versione del direttore di Rai 3 su quanto accaduto nella fase di preparazione del Concertone trasmesso dalla terza rete Rai come di prassi.
Ciononostante, “non rientra nella prassi” della commissione “l’audizione di soggetti esterni all’azienda concessionaria del servizio pubblico in casi, come quello di specie, di supposte violazioni degli obblighi del contratto di servizio e conseguente responsabilità dell’Azienda“. Di qui la necessità, sottolineata dal presidente Barachini a Fedez, che ad esprimersi sulla richiesta di audizione sia la Commissione che sarà, quindi, convocata a stretto giro.
“Credo sia corretto che così come è stato ascoltato Franco di Mare lo sia anche Fedez, che ha scritto una mail alla commissione Vigilanza per chiedere di chiarire i fatti relativi al concerto del Primo Maggio” ha detto Davide Faraone, componente della Vigilanza Rai. “La posizione di Fedez è legittima: è stato costantemente nominato anche dal sottoscritto. Credo sia doveroso un confronto , è incomprensibile chi dice che non debba avvenire l’audizione: noi riteniamo che il diritto di replica vada tutelato sempre e che dai confronti non si debba mai sfuggire. Mi auguro che il presidente accolga la richiesta dell’artista“, spiega il presidente dei senatori di Italia Viva.
“Ritengo legittima e da recepire la richiesta di Fedez di essere audito in commissione di Vigilanza Rai, nella stessa sede dove il 5 maggio scorso è stato chiamato in causa sia dal direttore di Rai3 Di Mare, allora audito sui fatti relativi alla sua partecipazione al concerto del 1° maggio, sia da altri commissari e commissarie“. Lo dichiara in una nota la capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai Valeria Fedeli. “Non avendo avuto in quell’occasione la possibilità di ascoltare anche la sua versione dei fatti, credo sia utile alla completezza dell’informazione in merito alla vicenda, dare seguito alla richiesta dell’artista“.
“Poiché siamo convintamente contro ogni censura consideriamo l’audizione di Fedez un’occasione positiva di chiarimento. Questo, naturalmente, se il regolamento lo consente“. Il capogruppo della Lega in commissione di Vigilanza Rai, Massimiliano Capitanio, interpellato dall’Adnkronos, spiega così la posizione del Carroccio sulla richiesta dell’artista di essere ascoltato dalla bicamerale sullo scontro con la Rai legato al suo discorso sul palco del Concertone del Primo Maggio.
“Non ho niente in contrario ad audire Fedez, sarebbe uno spettacolo. Ma c’è un problema istituzionale che attiene alla natura della commissione di vigilanza Rai. Se si comincia ad audire tutti i soggetti citati nel corso delle audizioni, cosa si sta facendo? Si sta trasformando la Vigilanza in una commissione di inchiesta?“. Il senatore del Movimento Cinque Stelle Primo Di Nicola, vicepresidente della bicamerale, pone questa domanda, rivolgendosi anche ai colleghi della stessa commissione. “Se applichiamo per esempio questo nuovo criterio al caso Report – spiega all’Adnkronos Di Nicola – cosa facciamo? Audiamo anche Matteo Renzi e lo 007 Marco Mancini, anch’essi abbondantemente citati nel corso delle audizioni in Vigilanza?”.
“La questione a questo punto è seria – conclude Di Nicola – visto che c’è chi vuole audirlo e chi no. E occorre capire quali sono i poteri della commissione e qual è la funzione che è chiamata a svolgere”.
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