Barbara Palombelli finisce nella bufera per la domanda rivolta agli spettatori posta nel corso de ‘Lo Sportello di Forum’ su Rete 4
Sette femminicidi in Italia negli ultimi 7 giorni. E Barbara Palombelli finisce nella bufera per la domanda posta nel corso de ‘Lo Sportello di Forum’ su Rete 4, domanda rivolta agli spettatori introducendo il caso di Rosa, decisa a chiedere la separazione dal marito Mario dopo essere stata vittima di violenze. Violenze per le quali, però, l’uomo è stato assolto penalmente.
“A volte però – ha chiesto la giornalista in studio parlando dei recenti casi di cronaca nera – è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, erano completamente obnubilati oppure c’è stato anche un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda – dice ancora Palombelli –, dobbiamo farcela per forza perché dobbiamo in questa sede, soprattutto in un tribunale, esaminare tutte le ipotesi“, la frase.
Jesoo, non ci posso credere pic.twitter.com/v6wEg76pR1
— Gisella Ruccia (@gisellaruccia) September 16, 2021
L’affermazione in tv della giornalista ha scatenato l’ira dei telespettatori, che si sono riversati su Twitter rendendo l’hashtag #Palombelli fra i primi nei trend. Tante le critiche alla moglie dell’ex sindaco di Roma Rutelli anche da parte del mondo politico. “No, non è lecito chiedersi se una donna abbia meritato di morire per mano di un uomo. La causa dei femminicidi è una sola: l’idea di possesso verso le donne che spinge gli uomini alla violenza. Punto e basta. Gravissime le parole di #palombelli, pronunciate per giunta in tv“, scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Pd.
Con lei anche la senatrice Valeria Fedeli, capogruppo dem nella commissione Diritti umani: “Possibile – chiede sul social – che una giornalista esperta come Palombelli su uno dei principali canali della tv italiana legittimi uno degli stereotipi più pericolosi e cioè che se le donne vengono ammazzate è perché, in un modo o nell’altro, se la sono cercata? Gravissimo, offensivo, diseducativo“.
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“Cara #BarbaraPalombelli – il tweet della senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio –, non possiamo chiederci se una donna meriti il Femminicidio. Non può farlo una giornalista. Nessun comportamento giustifica la prevaricazione maschile. È questo il terribile stereotipo da sradicare. Offendi le donne e metti a rischio la battaglia comune“.
“Per Palombelli bisogna chiedersi se le vittime di femminicidio hanno avuto un comportamento esasperante. Le parole sono importanti, fondamentali quando pronunciate a favore di microfono e telecamere in un programma nazionale. Chiedere scusa alle famiglie sarebbe il minimo“, il tweet del senatore Pd Dario Stefano.
“Parole gravissime – le definisce Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza delle donne democratiche e responsabile per la Parità nella segreteria del Pd – quelle di Barbara Palombelli, colpevolizzano le donne e banalizzano i femminicidi. Esattamente la narrazione tossica contro cui lottiamo“.
“Come si fa a dire che se una donna viene assassinata dal partner forse è anche a causa sua? La frase di Palombelli è uno sfregio alle donne che cercano la forza di denunciare e una offesa a chi si impegna ogni giorno contro la violenza di genere. Palombelli si scusi“, chiede Lia Quartapelle del Pd su Twitter.
E sul caso interviene su Twitter anche Amnesty Italia: “Quando i mezzi di comunicazione sostengono che un femminicidio possa essere l’effetto del comportamento delle vittima – si legge –, siamo nel pieno del victim blaming, che è proprio una delle cause dei femminicidi e della mancanza di sanzioni e leggi adeguate“.