Mi piace far carriera, ma non come la Minetti. Mi piace andare in discoteca, ma non ho mai partecipato ad un “bunga bunga”. Mi fanno paura le rughe, ma ad una faccia di gomma preferisco lo schermo totale preventivo. Mi piacerebbe un abito rosso Valentino, ma va bene anche Zara. Non devo essere Carla Bruni per fare un figlio a quarant’anni, nè Angelina Jolie per adottarne uno. La normalità di noi donne è fatta di cose eccezionali, ogni giorno. Dobbiamo solo ricordarcene. (Daniela)
Il diamante è per sempre mentre la mimosa è per un giorno solo. Cari uomini, così impegnati, così produttivi, che uscite ogni mattina da quella porta come se dovesse conquistare il mondo (e guai a chi vi si mette contro) regalateci una mimosa ogni giorno. Un giorno per quando il mondo cominciamo a conquistarlo prima di voi, ma in pigiama, un giorno per quando siamo stanche ma ci mettiamo carine comunque (per voi), un giorno per quando scegliamo un film da vedere insieme e ci addormentiamo sul divano, una mimosa perché non ce ne frega niente di quelle maniglie dell’amore che adornano i vostri fianchi, basta che ci stringiate spesso. (Danielle)
La giornata è dedicata alla donna; uno spazio limitato, fatto di intimità, di raccoglimento della donna con se stessa. Ma è molto di più di una concessione. Perché lo spazio è una cosa così problematica? E soprattutto, perché l’uomo che non ci ama, che ci tiene chiuse e sigillate in tutti i sensi, viene quasi apprezzato di più dalla maggioranza femminile? Lo spazio che una donna deve imparare a pretendere sta perdendo pian piano i suoi confini protettivi naturali della persona. Non si possono più sentire le disparità sul lavoro, gli abusi verbali, anche in semplici rapporti interpersonali; ma chi protegge la donna se lei prima non protegge se stessa? Che le donne stiano vicine alle donne!
Ogni donna molto probabilmente nella sua vita subirà una violenza, anche minima, per il suo sesso, e allora? Allora, unione, unione! Se quel cerchio è stato invaso, se si è con le spalle al muro, non è la soluzione fare una gara contro il tempo, per vedere quanto si riesce a sopportare! Una donna che domani mi aspetto di incontrare è quella che combatte la paura della denuncia, che fa i conti con il senso di vergogna che la porta a nascondersi, che cerca ancora il diritto di essere amata. Il diritto. (Fabiana)
“La giornata internazionale della donna è una ricorrenza che nel terzo millennio ha ormai perso di significato per molti esseri di sesso femminile, portando le battaglie e le rivendicazioni che le donne del passato hanno pagato anche con la vita ad essere vane. E personalmente trovo la cosa totalmente avvilente.” (Maria Stella)
“Non si nasce Donne: si diventa”- diceva Simone De Beauvoir, la madre del movimento femminista che ha segnato una svolta durante la contestazione studentesca del 1968. Una donna non si distingue dal taglio di capelli o dai vestiti che indossa, ma dallo spirito che, dentro di lei, fa cambiare il mondo. (Sara D.)
Quando nasci donna sai che dovrai scegliere tra sicurezza e indipendenza perché molti vedranno in te solo un corpo. Quando nasci donna sai che dovrai lottare sempre un po’ di più: contro un pregiudizio, contro un uomo violento, contro una cultura maschilista. Quando nasci donna sai che sei nata maledetta e che questa è anche la tua fortuna più grande. Perché nascere donna significa non doversi sforzare per imparare ad amare, a sognare, ad ascoltare, ad essere straordinariamente forti e sensibili, a rialzarsi sempre. (Sara S.)
Pensiamo a ciò che una mamma fa durante il giorno: si sveglia presto, accompagna i bambini a scuola, lavora quindi fa da supporto psicologico ai colleghi e a se stessa, è psicologo della famiglia, consulente del marito, lava, cucina, stira, fa la spesa… Insomma! Le giornate di una donna durano anche 48 ore e anche se dirà “Sono stanca”, non rinuncerà mai (Naomi)
Anche quest’anno l’8 marzo sarà festeggiato con mimose, auguri e spogliarelli. Da gennaio 2012 sono state uccise 23 donne, da mariti, compagni, ex. Ricordiamoci di loro in questo giorno: donne sempre, non solo un giorno su 365. (Francesca)
Donna. Una parola. Una pietra angolare. Un’amica mi disse che in arabo il passaggio di un termine dal genere maschile a quello femminile marca il passaggio da un’accezione positiva ad una negativa. Ovviamente. Donna è tanto, ma soprattutto è domina, padrona, padrona della casa, padrona di sé. Dominante, non dominata: da secoli, da dominare. (Rosaria)
Forse essere donna l’ 8 marzo 2345 sarà più semplice che esserlo nel 2013. Non esisteranno più morti per stalking, violenze in casa e maltrattamenti al di fuori, ma solo un amore incondizionato come meritiamo. Riusciranno i nostri uomini a darci il nostro posto nel mondo? Beh…8 marzo 2345 questo è il futuro, no? E noi donne ci vogliamo credere! (Anna)
Con la tua sensibilità, il tuo amore e la tua forza illumini la vita di chi ti circonda. Spezza le catene, sollevati e fai sentire la tua voce perché tu donna sei una bellissima creatura e vai rispettata ogni giorno. (Jessica)
La donna è come una farfalla variopinta che sbatte le ali contro vento: anche se in difficoltà è sempre pronta ad andare avanti, superando, leggiadra e delicata, ogni avversità (Maria Luisa)
Quanti talenti nascosti nelle pentole di ragù. Quanti sogni mai realizzati nelle camicie stirate a pennello. Quanta malcelata felicità dietro il “tanto mi basta avere un marito…e basta” ! Dove sono finite le palle, l’indipendenza e i sogni?!? (Martina)
Amatele, le donne. Non già perchè esseri indifesi o subordinati, ma perchè pari. Figlia, madre, moglie, nonna: ma pur sempre donna, femmina. Non portatele fiori, ma rispetto. (Sonia)
Sei un piccolo fiore che apre i suoi petali ai raggi del sole. Il tuo stelo è fragile, può piegarsi,ma non si spezza. Sei un po’ forte e un po’ fragile, tanto fragile, a volte. Nascondi dentro di te un mondo di emozioni, di sentimenti, di paure. A volte capita che la mattina non hai voglia di uscire dal letto, a volte sei felice e ti viene da sorridere anche se fuori piove forte e non si vede il sole. Piccolo fiore, ogni giorno il tuo stelo può piegarsi, schiacciato dal dolore, dal disagio, dalla violenza, dal pregiudizio, dalla sofferenza che si affaccia sulla tua vita. Quando non ti senti all’altezza e ti senti colpevole, inadeguata, quando senti che in te ci sia qualcosa di sbagliato.
Quando subisci in silenzio, quando sai che essere brava non basta e lo devi dimostrare ogni santo giorno, quando soffri o provi rabbia, quando ti vergogni di una debolezza. Piccolo fiore ogni giorno i tuoi petali possono appassire,quando per paura pensi ma non dici, quando vorresti piangere e fingi un sorriso, quando cerchi di cambiarti. Lascia spazio alle tue emozioni, ti attraverseranno e dolcemente sfumeranno via. Impara ad accettarti, a volerti bene. Accogli anche i brutti pensieri, la rabbia, l’impotenza, le inquietudini. Accogli tutto quello che sei senza esprimere alcun giudizio, come la spiaggia aspetta l’onda del mare. Piccolo fiore, sei una Donna, e non c’è cosa più bella, più preziosa e più difficile al mondo. Piccolo fiore pieno d’amore e di bellezza, sei una Donna, il tuo stelo è fragile ma non si spezza. (Giusy)
L’origine della Festa dell’8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l’8 Marzo che la proprietà dell’azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro. Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L’8 marzo assunse col tempo un’importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.
L’8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata. Non è una “festa” ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso. (Anna)