Grandioso successo per la commemorazione del Re Francesco II delle Due Sicilie, ultimo sovrano legittimo di Napoli. Alla cerimonia, che si è tenuta questa mattina nella chiesa di San Ferdinando a piazza Trieste e Trento, hanno preso parte oltre 200 persone. Oltre ai simpatizzanti del movimento si sono uniti alla cerimonia tantissimi cittadini e curiosi che hanno voluto partecipare alla Messa. Da segnalare, inoltre, la presenza di un altissimo numero di giovani, quasi a voler “sdoganare” la solita diceria di un movimento elitario composto per la maggior parte solo da nobili o da personaggi di alto rango.
Il popolo ha partecipato in massa per ricordare il suo ultimo sovrano. Piazza Trieste e Trento, stamattina, era un turbinio di candide bandiere borboniche. Il Capo della Casa delle Due Sicilie, il principe Carlo di Borbone, è stato accolto come di consueto con una calorosissima ovazione. “Sono felice di essere a Napoli a ricordare l’ultimo Re delle Due Sicilie – ha dichiarato – un uomo che anche nella sventura non ha dimenticato di essere napoletano. Nel momento dell’esilio Francesco II ha lasciato tutto, anche i suoi beni personali, ai napoletani, una forte testimonianza dell’amore che il Re aveva per la sua terra. Francesco II – conclude il principe Carlo – è stato uno dei primi emigranti meridionali”.
Alla cerimonia hanno preso parte anche volti noti del mondo dello spettacolo. Ha partecipato alla cerimonia, infatti, anche Patrizio Rispo, noto attore partenopeo. “Oggi ricordiamo – dichiara Rispo – l’ultimo Re delle Due Sicilie. Io sono da sempre vicino a tutto quello che rappresenta la cultura e la storia di questa terra – continua l’attore – oggi sono qui, circondato da amici e felice di poter prendere parte a questa bella cerimonia”.
“Abbiamo voluto ricordare la figura di Francesco II perché è un simbolo. Il simbolo della Napoli che vinceva, della Napoli che era importante in Europa e nel mondo”. A dichiararlo è Gennaro de Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico. “ Il sud che vinceva, il sud dei primati, è un pezzo di memoria che dobbiamo assolutamente recuperare – continua – un pezzo di orgoglio che serve soprattutto ai tantissimi giovani che si sono avvicinati alla loro storia sin dalla fondazione nel nostro movimento oltre 20 anni fa. Noi non siamo proiettati nel passato – conclude de Crescenzo – siamo anzi proiettati nel futuro. Guardiamo al futuro ma vogliamo farlo avendo piena consapevolezza della nostra storia e della nostra identità”.
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