L’impatto delle elezioni presidenziali americane sulle relazioni transatlantiche. Sabato 23 novembre alle 9:30 a Palazzo Ricca (Via dei Tribunali, 213) è in programma il seminario di geopolitica con uno dei più importanti economisti mondiali: Bill Emmott (Istituto Internazionale per gli Studi Strategici), già direttore The Economist.
Partecipano: Orazio Abbamonte Presidente Fondazione Banco Napoli, Giuseppe Castagna Amministratore delegato di Banco BPM, Edmondo Cirielli Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Polito, Lord Peter Mandelson, Ambasciatore Anthony Gardner, Mario Monti, Marta Dassù politologa, Charles Grant, Gerlinde Niehus esperta di sicurezza internazionale, Nicola Verola Ministro plenipotenziario, Roberto Nisticò Università Federico II, Mr Rahul Roy-Chaudhury, Mario Giro diplomatico, Ambasciatore Pierre Levy.
In primo piano la disamina, attraverso il prisma di una nuova amministrazione Trump, della possibile accelerazione verso un’autonomia strategica europea, nonché le implicazioni sulla rivalità delle grandi potenze e su come gli altri attori si relazionano ad essa. La geopolitica è tornata di moda alla fine della Guerra Fredda con la fine del confronto ideologico, anche se inizialmente confinata alla cerchia degli esperti. L’opinione pubblica in generale è stata distratta da confortanti profezie come la “fine della storia” di Fukuyama, finché in tempi più recenti lo scenario internazionale è diventato così volatile, a causa di quella che si può definire una policrisi o permacrisi, che la geopolitica è diventata parte della vita di tutti e oggetto di interesse generale. Oggi nessuno può ignorare la geopolitica se si vuole comprendere il presente e cercare di plasmare in meglio il futuro. La Fondazione Banco di Napoli ha tra i suoi obiettivi il miglioramento del tessuto sociale ed economico della società, che oggi non può essere raggiunto senza una migliore e più profonda comprensione del contesto internazionale. Per questo la Fondazione ha deciso di organizzare, dopo il successo del seminario di marzo scorso sugli effetti sociali ed economici dell’immigrazione, un nuovo incontro dedicato alle maggiori sfide geopolitiche del momento. L’augurio è che Napoli offra uno sfondo stimolante alla discussione e anche un raggio di speranza in un panorama piuttosto cupo. Dopo tutto, il concetto di “ricerca della felicità pubblica” che è stato incluso nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, cosi come altri valori fondamentali condivisi, sono al centro della corrispondenza che Benjamin Franklin ebbe con il filosofo napoletano Gaetano Filangieri, e che il discorso politico condiviso che Franklin e Filangieri hanno iniziato 240 anni fa possa continuare oggi.
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