Fondazione Banco Napoli: «Perché non possiamo non dirci cristiani», Zecchino rilegge Benedetto Croce

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Fondazione Banco Napoli: «Perché non possiamo non dirci cristiani», Zecchino rilegge Benedetto Croce

Venerdì 15 novembre a Palazzo Ricca letture e dispute sul celebre saggio del filosofo napoletano 

Il filosofo Ortensio Zecchino ritrova l’attualità di Benedetto Croce. Venerdì 15 novembre alle 17:30, in Fondazione Banco Napoli (via dei Tribunali, 213), la presentazione del libro «Perché non possiamo non dirci cristiani». Lettere e dispute sul celebre saggio di Benedetto Croce. Ne discutono con l’autore il Presidente della Fondazione Orazio AbbamonteGennaro Carillo ordinario di Storia del pensiero politico nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università Suor Orsola Benincasa, il filosofo Eugenio Mazzarella Università Federico II, lo storico Aldo Schiavone. L’incontro fa parte della rassegna culturale “Libri in Fondazione”. Il saggio di Croce comparve sulle pagine della Critica il 20 novembre 1942 e da allora non ha cessato di essere al centro di interesse e dibattiti. Afflitto dallo spettacolo delle atrocità della guerra nella sua Napoli ma, più in generale, angosciato dalle sorti della nostra civiltà, Croce volle affidare al saggio questi suoi sentimenti, con l’intento di suonare un allarme e risvegliare nelle coscienze il senso del dovere di non essere passivamente acquiescenti. Ma il saggio, bollato dalla stampa fascista e comunista, volle essere anche un appello, sia pur velato, a tutte le forze sinceramente amanti della libertà, in vista dello sperato ritorno alla vita democratica. Dalle note del Diario di Croce si comprende anche il tormento nella ricerca di un titolo adeguato, passato dalla prima formulazione in termini interrogativi, alla seconda in termini affermativi, alla definitiva, in cui affermarci diventa dirci, ma soprattutto si appongono le virgolette a “cristiani”, per render chiaro, fin dal titolo, che il termine veniva assunto in un senso particolare, diverso da quello connotante formali appartenenze confessionali. Il saggio si rivelerà espressione altissima e sofferta, a un tempo, della passione civile dell’autore, della incompiutezza d’ogni sistema filosofico e dell’insondabilità dei tanti misteri che avvolgono l’uomo. Zecchino, presidente del centro di ricerca Biogem, già ministro dell’università e della ricerca, storico del diritto, si interroga sullo studio di Croce, a partire dal rapporto tra cattolici e politica. Edito da Rubbettino, il saggio è inoltre calato in un più ampio contesto di pensiero europeo. La prefazione è di Eugenio Mazzarella, la postfazione è di Dino Cofrancesco.