Come riporta un articolo del collega Leandro Del Gaudio sul ‘Mattino’, ha lasciato la cella con nove anni di anticipo, facendo ritorno a Napoli, probabilmente non lontano da Forcella, il quartiere che lo aveva eletto boss emergente della camorra cittadina, Michele Mazzarella. Un cognome pesante, che a Napoli significa omicidi e morte, significa camorra.
Dopo circa venti anni di cella (era stato arrestato nel 2000), Michele Mazzarella ha lasciato il carcere, ottenendo una sorta di maxisconto di fine stagione rispetto alle condanne definitive rimediate in passato: secondo i calcoli iniziali, Michele Mazzarella doveva scontare 29 anni e due mesi, per un cumulo di pene, tra cui quella maturata per un omicidio; e per due condanne legate all’accusa di associazione camorristica e traffico di sostanza stupefacenti (due reati aggravati dal fine mafioso, come boss emergente dei Mazzarella). Ma le cose per lui si sono messe al meglio, grazie all’indulto, con lo scorporo di tre anni dalla condanna a 21 per l’omicidio di Giuseppe Ginosa (reato per il quale, in appello era caduta l’aggravante mafiosa). E al calcolo dei cosiddetti «giorni» (tre mesi per ogni anno di detenzione), la cosiddetta buona condotta riservata a chi non crea problemi in cella.
Figlio del boss Vincenzo Mazzarella, Michele da ieri è tornato a Napoli, dove ha ritrovato la moglie Marianna Giuliano, (un anno fa tornata libera dopo 12 anni di cella), a sua volta figlia di Luigi Giuliano e Carmela Marzano. Unione ritenuta decisiva da un punto di vista strategico, alla stregua di una fusione dinastica tra due potentati familiari, che avrebbe consentito – secondo la lettura della stessa Dda – la successione dei Mazzarella nella gestione del malaffare del centro cittadino. Da allora, secondo gli inquirenti, piazze di spaccio e mercato del falso sarebbero passati nelle mani dei Mazzarella.
Il suo ritorno in libertà viene guardato con particolare attenzione da parte delle forze dell’ordine che presidiano il centro storico. Ovviamente tenendo presente la possibilità dell’ex giovane rampollo di prendere le distanze dal suo passato criminale. Il tutto in un quartiere polveriera, dove dalla scorsa primavera è tornato a circolare anche Salvatore Giuliano (conosciuto come il rosso), che ha scontato la condanna per l’omicidio di Annalisa Durante, la ragazzina di 14 anni uccisa per errore durante un agguato ordito da pregiudicati legati ai Mazzarella.
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