La prova c’è e, quindi, ci sarà il processo. Ma ci sono anche divergenze che potrebbero tirare in ballo altre persone, altri “colpevoli” della morte di Fortuna Loffredo, la bimba violentata e uccisa a sei anni al Parco Verde di Caivano (Napoli). Le bimbe, le sue amiche, anche ieri, nella seconda udienza dell’incidente probatorio svoltosi al Tribunale di Napoli Nord, ad Aversa (Caserta), hanno raccontato quanto successo quella maledetta mattina del 24 giugno 2014. Hanno parlato di Fortuna, di Raimondo Caputo, l’uomo in carcere in quanto accusato della morte e degli abusi della bimba. Ma, soprattutto la migliore amica di Fortuna, non ha tirato in ballo la sua mamma, compagna di Caputo, a differenza di quanto raccontato negli interrogatori precedenti. E questo aspetto non convince nessuno, né l’accusa, né la difesa.
Non convince, su tutti, la mamma di Fortuna che dice senza se e senza ma: “La bimba copre la madre”. Una donna, la compagna di Caputo, che ieri ha ascoltato le denunce delle figlie e che una volta tornata in carcere, dove è detenuta per aver coperto gli abusi sessuali del compagno sulle sue tre bimbe, ha tentato il suicidio. Inizia tutto nel primo pomeriggio, come mercoledì in una stanza che non ricorda nulla di un tribunale. Ci sono i giochi, ci sono le domande e ci sono le bimbe che – dicono chi le ha viste – sembrano essere serene. La migliore amica di Chicca, come tutti chiamavano Fortuna, già mesi fa squarciò il muro di omertà degli adulti. Già allora disse di aver visto Caputo su Fortuna, disse di aver visto la bimba che scalciava per ribellarsi alle violenze sessuali.
Ma ieri ci sono state delle divergenze. “La bimba – ha spiegato l’avvocato Salvatore Di Mezza, legale di Raimondo Caputo – ha raccontato di aver seguito Fortuna e Caputo all’ottavo piano, da sola e per fare la spia, e di aver visto l’amichetta a terra, immobile, mentre Caputo provava a violentarla. Alcuni mesi fa invece disse che la madre era con lei quando vide Fortuna a terra mentre scalciava Caputo. E’ probabile che abbia voluto in qualche modo proteggere la madre ma si tratta di circostanze che vanno verificate con grande attenzione”.