Una vicenda processuale che presenta ”sintomi di iniquità”. Caratterizzata da una campagna mediatica che avrebbe condizionato il processo, soprattutto quello di primo grado, dalla deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito (con l’assegnazione del giudizio di appello a una sezione della Corte scelta ”ad hoc”) e da una sostanziale iniquità dell’intero procedimento.
Sono i punti salienti del ricorso alla Corte europea di Strasburgo presentato dai legali di Francesco Schettino, che sta scontando una condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della Costa Concordia. I motivi dell’istanza presentati alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e che nei giorni scorsi ha superato un primo filtro di ammissibilità, sono stati illustrati dagli avvocati Saverio Senese, Pasquale De Sena, Paola Astarita, Irene Lepre e Donato Staino. In caso di accoglimento del ricorso, come hanno spiegato i legali, si aprirebbe la strada a una revisione del processo in Italia.
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