Dalla Francia arriva la notizia che a Lourdes, il presidente, il monsignore Eric de Moulins-Beaufort ha annunciato pubblicamente che diversi prelati sono “implicati” dinanzi alla giustizia canonica e laica.
di Luigi Casaretta
Dalla Francia arriva la notizia che a Lourdes, dove si svolge la plenaria della Conferenza episcopale francese, davanti a 120 vescovi francesi riuniti dal 3 novembre in assemblea plenaria, il presidente, il monsignore Eric de Moulins-Beaufort ha annunciato pubblicamente che diversi prelati sono “implicati” dinanzi alla giustizia canonica e laica. Tra loro, il cardinale Ricard, emerito di Bordeaux, che ha ammesso la sua condotta “riprovevole” nei confronti di una minorenne 35 anni fa. Ma ad essere implicati sono anche un cardinale, alcuni di essi emeriti. Il tutto mentre in Francia le polemiche per l’affaire Santier non si sono ancora spente ossia il caso del vescovo emerito di Créteil sanzionato nel 2021 dalle autorità vaticane per “abusi spirituali che sfociano nel voyeurismo su due uomini adulti” negli anni ’90. Sei sono i presuli “chiamati in causa” dalla giustizia civile e canonica, ha spiegato Moulins-Beaufort, senza svelare i nomi essendo ancora in corso le indagini.
A questi sei si aggiungono il succitato vescovo Santier e il cardinale Jean-Pierre Ricard, ex presidente della Conferenza episcopale francese dal 2001 al 2007. Ma agli otto vescovi seguono: “Altri due che non sono più in carica – ha aggiunto il presidente della CEF – i quali sono attualmente indagati dalla giustizia del nostro Paese in seguito alla denuncia di un vescovo e a una procedura canonica; un terzo è stato denunciato alla Procura della Repubblica, a cui non è stata data finora alcuna risposta, e ha ricevuto dalla Santa Sede provvedimenti di limitazione del suo ministero”. Si arriva così al numero di undici.
Il cardinale Ricard in particolare, tra i nomi più di spicco ha ammesso egli stesso una condotta “riprovevole” nei confronti di una ragazza di 14 anni, trentacinque anni fa, quando era parroco.
La vicenda però si precisa è emersa per volontà dello stesso porporato che, in un comunicato, spiega le ragioni della sua confessione: “Oggi, quando la Chiesa in Francia ha voluto ascoltare le vittime e agire nella verità, ho deciso di non nascondere più la mia situazione e di mettermi a disposizione della giustizia tanto sul piano della società che quello della Chiesa. Questo approccio è difficile. Ma prima c’è la sofferenza vissuta dalle vittime e il riconoscimento degli atti commessi, senza voler nascondere la mia responsabilità”. Ricard nel comunicato ha anche aggiunto che il suo comportamento nei confronti della minore: “ha necessariamente causato gravi e durevoli conseguenze per questa persona” sostenendo di averle chiesto perdono e di voler rinnovare la richiesta di scuse a lei e a “tutta la sua famiglia”. “È per questi atti che decido di prendermi un tempo di ritiro e di preghiera”, scrive il porporato. “Mi scuso con coloro che ho ferito e che vivranno questa notizia come una vera e propria prova”.
Proprio nei giorni scorsi Papa Francesco aveva inviato all’episcopato transalpino una lettera, a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, in cui chiedeva: “con gli occhi fissi sulla croce di Cristo”, di non scoraggiarsi di fronte a queste prove e di garantire assoluta vicinanza alle vittime di abusi, come pure a coloro che sono sconvolti e arrabbiati per gli scandali. “C’è la tentazione dei compromessi”, ha detto Francesco, “ma la volontà della Chiesa è di chiarire tutto” e “andare avanti”, con la “grazia” della vergogna.