La situazione politica in Francia è ormai da diverse settimane una continua sorpresa.
Dopo le elezioni europee di circa un mese fa, il Parlamento francese era stato scombussolato da una vittoria schiacciante della destra di Marine Le Pen, che superava il 32% mentre il partito di Macron non andava oltre il 15%.
La sconfitta è stata talmente devastante che nella sera del 9 giugno, dopo l’uscita dei primi exit poll, il presidente Macron ha deciso di annunciare lo scioglimento del parlamento, convocando le elezioni anticipate il 30 giugno e il 7 luglio. «La Francia ha bisogno di una maggioranza chiara per agire nella serenità e nella concordia» con queste parole ha motivato la sua decisione Emmanuel Macron.
Questo ha scaturito una campagna elettorale lampo, con meno di 20 giorni per convincere l’elettorato che il proprio programma elettorale sia migliore di quello degli altri partiti.
Arrivato il giorno del primo turno di votazioni l’affluenza stimata è stata altissima, intorno al 65%, e ha visto un risultato che molto si è avvicinato alle votazioni europee con la vittoria netta del Rassemblement National di Marine Le Pen.
«Quello di questa sera è un risultato storico.» ha commentato la sera stessa del primo turno al Le Pen e in molti avevano creduto che lo stesso risultato si sarebbe raggiunto nel secondo turno, con in bilico solo qualche voto perché la destra avesse la maggioranza assoluta.
Domenica per il secondo turno infine il colpo di scena: è la gauche a trionfare con il capo de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, che rivendica il governo «Siamo pronti, Macron riconosca la sconfitta, ha il dovere di chiamare il Nuovo Fronte Popolare a governare».
Macron con Ensemble! arriva infatti secondo al secondo turno di votazioni, sorpassando l’estrema destra. Anche se Marine Le Pen resta speranzosa per il futuro «La marea cresce, nostra vittoria solo rimandata».
Ora però la partita è tutt’altro che finita perché per raggiungere la maggioranza assoluta in parlamento la strada per Melanchon è ancora in salita. Infatti il Nuovo Fronte Popolare avrebbe fra i 180 e i 215 seggi, lontano quindi dai 289 seggi necessari per la maggioranza assoluta. E il blocco di centro macroniano, a 150-180, non farà alcuna alleanza che comprenda Mélenchon e i melenchoniani.
Nel mentre il premier Attal ieri mattina è andato all’Eliseo per presentare le sue dimissioni al capo dello Stato, Emmanuel Macron, che invece gli ha chiesto di rimanere temporaneamente al suo posto per “assicurare la stabilità del Paese”.
This post was published on Lug 9, 2024 11:30
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