Tragedia sull’alta velocità Milano-Bologna, Frecciarossa deragliato, due morti e oltre 30 feriti, Meritocrazia Italia esprime vicinanza e cordoglio alle famiglie dei due ferrovieri deceduti
Il treno Frecciarossa partito alle 5:10 dalla Stazione Centrale di Milano, diretto a Salerno, deragliato nella mattinata di ieri lungo la linea Milano-Bologna provocando due morti e circa trenta feriti è una vera e propria tragedia che si è consumata verso le 5:35 del mattino. Il Frecciarossa andava quasi alla massima velocità prevista, circa 290 chilometri orari, su un tratto rettilineo, quando, all’altezza di uno scambio, è deragliato. Sul treno c’erano 28 passeggeri e cinque membri dell’equipaggio.
Pesantissimo il bilancio: hanno perso la vita i 2 ferrovieri, ed altre 31 persone sono rimaste ferite, fortunatamente nessuna sembrerebbe in pericolo di vita. Lo affermano in una nota i responsabili di Meritocrazia Italia che esprimono vicinanza e cordoglio alle famiglie dei due ferrovieri deceduti e augura una pronta e serena guarigione ai passeggeri feriti. Esperti, tra i primi impiegati sull’Alta Velocità sin dalla sua nascita, benvoluti dai colleghi. Avevano passato la loro vita sui treni e su un treno sono morti Mario Di Cuonzo e Giuseppe Cicciù, i due macchinisti alla guida del Frecciarossa deragliato a Ospedaletto Lodigiano
L’incidente avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori, ma il treno non era molto affollato in quanto si trattava del primo convoglio del mattino, partito all’alba dal capoluogo lombardo. Dai primi rilievi sull’incidente la motrice del treno sarebbe deragliata staccandosi dal resto del convoglio e andandosi a schiantare contro una cabina elettrica di servizio a margine della ferrovia. Per il momento non è ancora chiaro cosa abbia causato l’incidente ferroviario. Dalle prime informazioni risulta che la notte scorsa fossero in corso dei lavori di manutenzione sulla linea. Sembrerebbe comunque escluso l’errore umano, considerato anche che gli avanzati sistemi di sicurezza dell’alta velocità riducono al minimo tale rischio”.
E’ di assoluta importanza accertare al più presto le cause e le responsabilità di questa tragedia per evitare il ripetersi di giornate come queste e ridare tranquillità ai passeggeri, garantendogli il giusto grado di sicurezza. E’ quindi necessario investire nella manutenzione delle infrastrutture con un programma serio, selettivo e costante, anche con l’aiuto del prossimo ciclo di finanziamenti europei 2020-2027.
Pendolari che, quotidianamente, e con sacrificio, raggiungono il luogo di lavoro, studenti che studiano in città lontane e ritornano nelle loro case per riabbracciare i propri cari, viaggiatori che scelgono il treno per visitare nuove città: a tutti loro, e non solo, è doveroso assicurare un trasporto sicuro con l’ausilio delle più moderne tecnologie.
La morte dei due lavoratori ha colpito ancora una volta l’Italia al cuore. È terribile che due ferrovieri, che altro non facevano che svolgere con diligenza e professionalità il proprio lavoro, possano perdere la vita. Ed è ancor più triste quando queste tragedie si verificano in uno dei sistemi ingegneristici tra i più avanzati al mondo dal punto di vista della sicurezza. Lo stesso Ministro delle Infrastrutture aveva affermato solo pochi mesi fa che: “gli standard di sicurezza dei treni italiani sono al massimo livello”.
Per sapere con certezza cosa abbia causato il deragliamento bisognerà aspettare i risultati dell’inchiesta avviata dalla Procura di Lodi, che ha messo sotto sequestro l’area dell’incidente, ma dalle prime analisi della polizia scientifica sembra che il problema sia stato uno scambio posizionato in maniera scorretta. Anche il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, giovedì pomeriggio durante una conferenza stampa ha detto che il treno «è deragliato all’altezza di uno scambio che doveva essere posto in una certa posizione e così non era» e ha escluso che possa essersi trattato di un attentato”