Massimiliano Manfredi, fratello del rettore “Federico II”, replica al sindaco di Pisa sul no ad una succursale della Normale al Sud

0
299
Federico II

Massimiliano Manfredi, fratello del rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, risponde al sindaco leghista di Pisa a cui non piaceva il progetto di gemellaggio fra l’ateneo e la Normale pisana. Un progetto che non piaceva a nessuno, ne a studenti ne a docenti. Un progetto che non si farà, con tanto di esultanza in diretta via Facebook del sindaco Michele Conti e il deputato Edoardo Ziello: “La Scuola Normale è salva. Al Sud non verrà istituita nessuna sede secondaria, l’università rimane unica e nella nostra città. Io faccio il sindaco e so l’indotto che crea l’università sul territorio. Prima prendevano il simbolo poi ci facevano concorrenza”, dice Conti al Mattino. “Al sud – continua il sindaco – nascerà una scuola meridionale ad ordinamento speciale, se alla Federico II saranno bravi magari tra dieci anni la loro istituzione potrà fare concorrenza alla nostra Normale. Dimostrino di saper lavorare. Noi già sappiamo come sarebbe andata a finire: sarebbe stata aperta la succursale in via sperimentale per tre anni, poi magari a Napoli avrebbero avuto l’autonomia e così utilizzavano il marchio della Normale per portare ricchezze solo al Meridione”.

Questa invece la riposta di Manfredi

Per una mia scelta, evito quasi sempre di parlare delle attività della Federico II, ma dopo aver letto questa incredibile intervista dell’attuale sindaco leghista di Pisa, Michele Conti e visto l’assordante silenzio politico della numerosa delegazione parlamentare campana di maggioranza e anche del sindaco della mia città, devo fare per forza un’eccezione.

Il mediocre livello culturale, condito da un provincialismo leghista da anni 90 con le riflessioni del sindaco di Pisa, impone una riflessione innanzitutto ai miei concittadini che hanno dato il loro voto alla Lega Nord, e a tutti noi cittadini italiani, sul degrado culturale del nostro paese in cui stanno crescendo i nostri figli.

Un sindaco, che mette sullo stesso piano la chiusura della fabbrica della Richard Ginori nella sua città con un accordo scientifico sancito l’anno scorso, senza che nessuno proferisse parola, tra la Normale e la Federico II, sarebbe la giusta controfigura di Totò che vende la Fontana di Trevi, se non fosse il massimo rappresentante di una città dalle profonde radici storiche e culturali come Pisa.

Un sindaco che parla della Normale come: “…di un marchio che il sud vuole fregarci per farci concorrenza…”; ignora la storia ed il presente della stessa scuola che vuole difendere.

Ignora che la Federico II è tra le dieci più antiche università del mondo e che è stata fondata ben sei secoli prima della Scuola Normale.

Ignora che l’attuale direttore della Scuola, il professor Vincenzo Barone, che ha voluto fortemente il progetto si è laureato alla Federico II di Napoli e che la maggior parte del corpo docente della Scuola Normale è meridionale.
Rivendica. dicendo: “…una mia vittoria storica, il fatto che la nuova scuola al sud non avrà il nome Normale che il sud ci voleva fregare…”; dimenticando che grazie alla sua illogica e paesana battaglia, la scuola si farà lo stesso con la partecipazione della Normale, ma che dovrà concederne la guida alla Federico II e sopratutto la gestione delle importanti risorse stanziate dal governo per un ammontare di oltre 50milioni di euro in cinque anni, che invece nell’accordo precedente sarebbero state gestite dalla scuola pisana.

E’ triste però che queste posizioni, siano state sposate in toto da un documento degli studenti della Normale che hanno chiesto la sfiducia del loro direttore.

Triste che pezzi della futura classe dirigente del paese, studiano in un luogo di eccellenza scientifica e poi confondano la stessa eccellenza da cui si abbeverano, con le statuette della torre pendente.

Il sindaco Conti, infine ci ammonisce, affermando: “…vedremo se fra dieci anni i napoletani abbiano imparato a lavorare ai nostri livelli con la loro scuola…”; dimenticando che ad esempio a San Giovanni a Teduccio e non a Pisa ci sono l’Apple Academy, la Cisco Academy, la Deloitte Academy e tante altre realtà, che da tutto il mondo sono venute a Napoli, per la qualità dei nostri ragazzi e del corpo docente della Federico II.

E’ evidente che il sindaco Conti è figlio di questo tempo che consente alla sua mediocrità culturale, di pretendere di definire politicamente i programmi e gli accordi scientifici della scuola universitaria della sua città e che vorrebbe portarci ad un tempo per fortuna è lontano.

Un tempo che purtroppo consente a lui di rappresentare un pezzo di storia del nostro paese come quella di Pisa.

Un tempo però in cui non vorrei che crescessero le miei figlie“.