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Garrett Smith spopola al Bellini con Whispers of him

Ma che belle serate di danza al Teatro Bellini di Napoli, luogo sempre più di culto della danza griffato da Emma Cianchi e Manuela Barbato con programmazioni Performance & Dance sempre più ambiziose. Proprio come con l’ultimissimo “Whispers of him” di Garrett Smith, coreografo che è approdato per la prima volta in Italia con una produzione di ArtGarageDanceCo e con ResExtensa Dance Company/Centro Nazionale di Produzione della Danza Porta d’Oriente.

Uno spettacolo diviso in quattordici step nei tiratissimi sessantacinque minuti in cui i dodici ballerini hanno sfornato una prestazione impeccabile. Parole, biciclette, videoproiezioni, libri, emozioni e sussurri a go go sono stati gli ingredienti di questa due-giorni davvero speciale, con il pubblico che ha ballato con i protagonisti in scena come in unvero e proprio night club e poi, man mano, accorgersi che la vita davvero è appesa sempre a un filo.

Del resto lo stesso coreografo aveva indicato la via: “l’amore, gli amici, la spensieratezza, poi in un attimo, nel tempo di un battito d’ali tutto cambia, tutto è perduto – è così che  Smith ha voluto mettere in scena la fragilità della vita e racconterà quanto l’esistenza umana sia effimera – un attimo soltanto e tutto può cambiare irrimediabilmente . . . per poi continuare, forse, in un’altra dimensione.” La stessa formazione accademica di Garrett Smith conferisce da sempre ai lavori in scena un alto livello performativo che, unitamente alla versatilità dello stile e degli interpreti, dà vita a una fluidità di linguaggi espressivi che lo collocano nel novero dei coreografi maggiormente apprezzati e più rappresentati sui palcoscenici di enti lirici e teatri internazionali. Il numeroso pubblico che ha gremito il Teatro Bellini ha potuto cogliere nei passi a due, negli assolo e nelle performance di gruppo tutta l’umanità giovanile in una parabola della vita. Andrebbe mostrata alle nuove generazioni, a quei giovani così spregiudicati che potrebbero riflettere quanto si è riflettuto in sala e nei palchetti, fino alle lacrime. A questo puntavano probabilmente la regia, la coreografia ed il concept dello statunitense Garrett Smith, i testi Manuela Barbato, la voce di Biagio Musella, le luci di Gessica Germini, le scenografie di Lucia Imperato ed i costumi di Cristina Sodano.

Il sound designer Sergio Naddei, le video creazioni di Livia Ficara e le riprese di Matteo Cinque sono state la cornice tecnologica che hanno legato indissolubilmente il grande coreografo ospite, assistito in questo spettacolo da Sara Lupoli, ad Emma Cianchi. Soddisfazione dietro le quinte, applausi scroscianti ed una moltitudine di riflessioni a cui nessuno potrà sfuggire.

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Annibale Abazia

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