Schifani: Il “ritocco” comporterebbe più danni che vantaggi non penalizziamo i consumatori e le attività produttive
E’ di nuovo l’eventuale aumento dell’Iva a suscitare forti tensioni e polemiche”. E’ bastato un monito di ieri del Commissario europeo per gli affari economici Olli Rehn che sembra diventato inevitabile l’aumento dell’Iva ad Ottobre”. Ad accendere gli animi è Renato Brunetta – presidente dei deputati del Pdl – con una dichiarazione: “Letta smentisca l’aumento dell’Iva e “onori” gli impegni presi nell’atto di nascita del Governo, ossia rinunciare all’inasprimento dell’Iva, superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa e riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale”.
“Sarebbe un suicidio seguire l’arroganza di eurocrati che vengono nel nostro paese a dettar legge dopo aver fatto danni in Europa” riferisce Maurizio Gasparri vicepresidente del senato “se si proseguisse con questa scelta ottusa – aggiunge – i consumi e le spese di famiglie ed imprese diminuirebbero e gli incassi dello stato crollerebbero”.
Anche il Sottosegretario al Tesoro Stefano Fassina ritiene che quest’aumento debba essere evitato in quanto graverebbe negativamente sull’economia del Paese, dando un suggerimento per come sopperire agli ingenti problemi -entro la fine dell’anno- relativi all’Iva, Imu, Cassa integrazione in deroga, missioni internazionali ed interventi per rispettare il limite del 3% di deficit sul Pil: “confermiamo la cancellazione per il 90% dei proprietari e lasciamo contribuire il 10% delle abitazioni di maggior valore. Recuperiamo così due miliardi di euro. Un miliardo lo utilizziamo per rinviare l’aumento dell’Iva; un miliardo lo dedichiamo alla deducibilità dell’Imu per i beni strumentali delle imprese”.