Federico Grassi, presidente GeVi Napoli Basket, è stato ospite della nuova puntata di Question Mark, programma, produzione Nexting, in onda ogni martedì alle 21.15 su NapoFlix (canale 86 del digitale terrestre), e in replica dalle 23.30 dal martedì al lunedì, condotto da Giovanni Copertino. Il patron della Generazione Vincente ha spaziato su una serie di argomenti, a cominciare dalla emozionante vittoria in Coppa Italia, fino all’apporto dei cosiddetti sport minori per la crescita dei giovani e il loro allontanamento dalla strada o da uno smartphone.
“La vittoria della Coppa Italia – ha sottolineato il presidente della Generazione Vincente Federico Grassi – ha riavvicinato molta gente al basket. Era il nostro obiettivo quando siamo partiti dopo dieci anni di fallimenti. Nell’agosto del 2018 nessuno credeva in noi e il successo ottenuto ci ha dato quella credibilità di dire che siamo tornati e possiamo competere a buoni livelli. E’ stata un’emozione pazzesca anche perché dietro ci sono tanti sacrifici, di cui non sempre la gente si rende conto”.
Grassi ha anche parlato della questione palazzetto: “Lo abbiamo avuto con una sana follia, ma senza la passione tutto ciò non lo riesci a portare avanti, ottenendo anche risultati. Credo che i cosiddetti sport minori, che, però, io definirei come altri sport, avvicinino maggiormente la gente ai giocatori. Magari grazie a una foto, una firma su una maglietta. E tutto questo rende molto più umano il rapporto. Ho incontrato persone che mi hanno ringraziato perché i figli hanno cominciato a giocare a basket, invece di restare davanti a uno smartphone”.
“Settore giovanile? Siamo partiti da poco – ha proseguito -, stiamo creando qualcosa di importante. Quest’anno abbiamo fatto debuttare 2-3 ragazzi, l’anno prossimo un ragazzo cresciuto con noi sarà in pianta stabile con la prima squadra. E stiamo lavorando con Pedro Llompart su un progetto importante per i giovani, che li possa proiettare in prima squadra. Perché solo così puoi competere con le super potenze”.
Altro “problema” cui Grassi ha fatto riferimento è “l’obbligo dei sei italiani, che ti porta al fatto che quelli buoni sparino cifre pazzesche, perché sanno che senza di loro tu non giochi. Per quanto sia d’accordo sull’idea che gli italiani nel nostro campionato debbano giocare, non posso essere legato a questo tipo di vincolo, in un mondo così globale. Se un italiano è bravo, gioca. Con l’asticella che si tende sempre ad alzare, non sono problemi da poco”.
“Devo ringraziare i tifosi, per l’apporto straordinario durante la stagione, hanno tifato per noi anche in gare in cui non lo meritavamo, ma una successo come la coppa Italia fa sì che loro adesso pretendano ancora un passo in avanti. Noi siamo una squadra che al momento è inquadrabile dall’ottavo al sedicesimo posto. L’obiettivo deve essere sempre mantenere la categoria“.
E per fare tutto ciò è fondamentale l’apporto degli sponsor e la capacità di fare rete. “Un club degli sponsor di basket e volley? Fare rete è molto importante tra noi cosiddetti altri sport. Il basket, il volley, la pallanuoto, il futsal, possono e dovrebbero farlo. L’Amministrazione comunale sta rispondendo bene. Il sindaco si è assunto degli impegni sulla questione palazzetto e credo che li riuscirà a portare avanti. Un problema da risolvere è quello degli spazi per le giovanili, che non sappiamo dove far allenare, proprio per l’assenza di campi. Su alcuni abbiamo proprio dei veti. Se aumenta il bacino di giovani che giocano, poi dobbiamo dare un servizio. I ragazzi per essere allontanati dalla strada o anche solo dallo schermo di uno smartphone hanno bisogno di alternative, che noi vogliamo dare, avendone la possibilità. La fortuna di uno sport che non sia il calcio, è che se hai talento emergi. Quindi – ha concluso – dobbiamo portare i ragazzi a cominciare a giocarli.”