Il 23 settembre 1985 Giancarlo Siani veniva assassinato dai sicari della camorra per fermare il lavoro che stava portando avanti sulle attività delle cosche campane.
“E’ un preciso dovere di tutti noi tramandare alle nuove generazioni la passione e la tensione etica del giornalista Giancarlo Siani colpito dalla violenza camorrista per la sua instancabile attività di denuncia delle attività criminali, in particolare, dei clan Gionta e Nuvoletta, e per la sua opera di informazione e sensibilizzazione della società civile sui temi della legalità”. Lo sottolinea il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’anniversario della sua vile uccisione avvenuta il 23 settembre 1985.
“Il nome di Giancarlo Siani è indissolubilmente legato alla realtà di Torre Annunziata – città che due anni fa gli ha conferito la cittadinanza onoraria -, territorio particolarmente difficile in cui massimo è l’impegno della magistratura e delle forze di polizia, anche alla luce della recente recrudescenza criminale”, prosegue la titolare del Viminale.
Il ministro dell’Interno conclude ricordando come, proprio per dare un segno tangibile della presenza e dell’impegno dello Stato in un’area con una forte presenza criminale, abbia dato un convinto e energico impulso “al progetto di ri-funzionalizzazione del plesso confiscato di Palazzo Fienga, ex vera e propria roccaforte del Clan Gionta, presso il quale verrà realizzata una cittadella della legalità interforze, dando così anche una viva testimonianza dell’intrinseco valore connesso al riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti alla criminalità organizzata”.
L’omicidio di Giancarlo Siani
Giancarlo Siani fu ucciso a Napoli, la sera del 23 settembre 1985, sotto casa, nel quartiere residenziale del Vomero. Aveva compiuto 26 anni il 19 settembre, pochi giorni prima.
Dopo avere lasciato la redazione del quotidiano napoletano, si stava dirigendo verso la sua abitazione in via Romanelli con l’intenzione di recarsi poi ad un concerto di Vasco Rossi in programma per quella sera allo stadio San Paolo. I killer della Camorra lo intercettarono sotto casa e lo uccisero per fermare il lavoro che stava portando avanti sulle attivita’ delle cosche campane.
Sei le persone condannate per l’omicidio
L’uccisione di Siani, per la quale sono state condannate in via definitiva sei persone tra mandanti ed esecutori, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbe stata decisa dalla camorra in seguito alla pubblicazione di articoli in cui il giornalista aveva smascherato scontri e alleanze tra clan, rivelando inoltre alcuni tradimenti al codice d’onore camorristico. Sulla sua tragica fine il regista Marco Risi ha girato nel 2009 il film “Fortapasc”.
Il ricordo alla Camera
In occasione del 36esimo anniversario dell’uccisione di Giancarlo Siani, oggi, alle ore 18, presso l’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari della Camera, si svolge un convegno in ricordo del giovane giornalista del Mattino assassinato dai clan malavitosi. Intervento introduttivo del presidente della Camera, Roberto Fico. Saluti di Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, presidente del Sindacato unitario giornalisti campani, don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis. Prendono successivamente la parola, Isaia Sales, saggista e curatore del libro “Giancarlo Siani – Il lavoro” (Iod edizioni), che viene presentato durante il convegno e che raccoglie 57 articoli e inchieste di Giancarlo Siani sul tema del lavoro e delle lotte sindacali negli anni 1980-85, pubblicati sul Mattino e sulla rivista “Il lavoro nel Sud”, Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, Doriana Buonavita, segretaria regionale campana della Cisl, Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uil, Carlo Verna, presidente nazionale dell’Ordine de giornalisti, Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, Federico Monga, direttore del Mattino. Conclusioni del deputato Paolo Siani. Modera Geppino Fiorenza.
L’appuntamento viene trasmesso in diretta webtv.