di Maria Stella Rossi – Non si placano le tensioni sul fronte siriano, ma questa volte le minacce non giungono dal regime di Assad, ma bensì da una fazione jihadista dei ribelli.
L’obiettivo delle provocazioni è la conferenza Ginevra 2, un nuovo incontro nella città svizzera per affrontare ancora una volta la questione siriana e trovare un punto d’incontro che riesca a sanare finalmente tutte le crepe che da tempo ormai infestano il Paese.
Sembra un traguardo ancora irraggiungibile, soprattutto se per i rivoltosi la parola d’ordine è “complotto”. La conferenza infatti è vista come un pretesto per distogliere l’attenzione dagli obiettivi che ha portato nell’ormai lontano 2011 alla rivoluzione, un piano che i ribelli imputano direttamente alla Russia, uno dei principali promotori del Ginevra 2 e principale alleato di Bashar al-Assad.
Le accuse però non sono state accolte e un intervento di Sergei Lavrov, il capo della diplomazia russa, ha chiarito la posizione del Cremlino. “È vergognoso – ha tuonato – che alcune organizzazioni estremiste, terroriste, comincino a lanciare minacce. E non è la prima volta. Queste minacce sono indirizzate a coloro che vorrebbero osare partecipare alla conferenza di Ginevra.” una conferenza che purtroppo brancola ancora nel buio.
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28/10/2013