
La violenza giovanile (e non solo) a Giugliano (Na) sta assumendo proporzioni enormi, ormai tanti sono gli episodi che si stanno verificando al riguardo. L’ultimo, in rigoroso ordine cronologico, risale a pochi giorni fa, nella tarda serata di domenica 13 aprile per la precisione: a piazza Gramsci, un tempo luogo di ritrovo e socialità per la comunità, un banale litigio (pare per una ragazza “strattonata”) si tramuta in una maxi rissa, degenerata ulteriormente per il coinvolgimento di adulti chiamati a supporto dei minorenni. Da una parola all’altra si è finito poi a vedere fronteggiarsi due gang locali armate di mazze e, secondo alcune fonti, di pistole.
Una scena da film western sembrerebbe all’apparenza, ma è ciò che spesso succede in questo territorio ormai allo sbando. Non è la prima volta infatti che si può tristemente assistere a scene del genere: c’è da ricordare ad esempio ciò che è successo il 24 giugno 2024, quando una rissa tra giovanissimi in piazza Matteotti è degenerata in un’aggressione mirata ai danni di un 17enne colpito con bastonate e accoltellato e che ha portato all’arresto di quattro persone, tutte accusate di aver partecipato all’aggressione.
Un altro episodio significativo è avvenuto la sera del 24 dicembre 2024, quando una maxi rissa ha coinvolto otto giovani tra i 20 e i 32 anni armati di bottiglie di vetro rotte e in cui due dei partecipanti sono stati feriti e soccorsi dal 118. Ora è giunta l’ora di porre un freno alla movida violenta, ed è infatti di mercoledì sera (16 aprile) la notizia che la città di Giugliano è ormai coperta da tre “zone rosse”, decisione adottata dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica proprio dopo l’ennesimo episodio da far west: “Una rissa così cruenta interpella la coscienza di tutti. La sicurezza non può essere separata dal contesto sociale.” ha dichiarato il prefetto di Napoli Michele Di Bari, “abbiamo posto le basi per fare in modo che Giugliano sia più sicura” ha poi aggiunto. Zone rosse quindi come metodo per arginare il problema.
A chi magari può chiedersi cosa siano (ricordi non lontani del periodo lockdown potrebbero trarre in inganno), si deve dire che in realtà sono aree in cui vengono intensificati i controlli delle forze dell’ordine con possibili limitazioni alla circolazione e al transito per prevenire ulteriori episodi di violenza, e che avranno inoltre la possibilità di allontanare chi crea pericolo, nei limiti imposti dalla legge. Una decisione che in realtà evidenzia come la sicurezza sia un problema sociale molto ampio, forse per troppo tempo minimizzato o addirittura ignorato.
Tanti sono i fattori che portano all’aumento di violenza tra i giovani del territorio, e su tutti ad esempio si può senza dubbio pensare alla carenza di attività ricreative e social/culturali oppure all’influenza di modelli negativi: ultimamente Don Angelo Parisi, decano dei parroci di Giugliano e Qualiano, ha sottolineato al proposito la necessità di un maggiore impegno da parte degli adulti nel monitorare e guidare i giovani, affermando che non è normale che un ragazzino porti un coltello o una pistola in tasca, causando terrore tra i coetanei.
Giugliano è solo l’ultima delle città dell’HInterland napoletano ad essere coperta da zona rossa (negli ultimi tempi è stata istituita anche a Pompei, Pozzuoli, San Giorgio a Cremano, Portici e Melito), eppure sembra che la situazione non sia migliorata granché, i giovani a quanto pare non hanno alcun tipo di rispetto o paura delle forze dell’ordine, forse perché sanno che in realtà niente rischiano, non esistono condanne severe, ma solo classiche “ramanzine” e niente più. E allora la domanda nasce spontanea: basteranno tre zone rosse a frenare la scia di violenza a Giugliano? Ai posteri l’ardua sentenza.